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Materna, solare, umile ma al contempo determinata, specie nel suo percorso professionale: abbiamo incontrato Assunta Maria Berruti, talentuosa attrice beneventana che ha da poco esordito nella soap “Un Posto al Sole” in cui interpreta la Tata Emilia.
Diplomatasi presso la Solot Compagnia Stabile di Benevento, per poi proseguire gli studi a Roma, Assunta proviene dal mondo del teatro e del doppiaggio; l’importante è per lei, sul palco o sul set, poter dare sempre qualcosa di suo e lasciare il segno. Soprattutto quando nelle vesti di spettatori ci sono i bambini, con i quali l’attrice ha un rapporto speciale. 

È vero che venti anni di teatro non danno la popolarità di un minuto di televisione?

“È incredibile. Nella puntata di lunedì 20 marzo il mio personaggio è apparso per la prima volta, in onda per un solo minuto. Eppure mi sono ritrovata sommersa da una tale ondata di affetto anche da parte di persone che non sentivo da molto tempo, tra cui una ragazza che mi ha ricordato di essere stata la sua tutor…”. 

Tutor?

“Dopo il liceo i miei genitori non vollero iscrivermi al DAMS, così trovai lavoro come tutor di corsi di formazione alla Camera di Commercio di Benevento. Di sera poi curavo un mio programma presso una radio locale e continuavo a fare teatro”. 

Come nasce questa collaborazione e cosa significa entrare a far parte del cast di una soap così longeva?

“Tutto in qualche modo è frutto della mia pervicacia… In piena pandemia, quando i teatri erano chiusi, studiavo monologhi, li registravo e li pubblicavo o li inviavo per i provini. Anche perché non avendo un agente è più difficile partecipare ai casting ed entrare in certi circuiti.
Così nel 2021 provai per ‘Un posto al Sole’ e a fine gennaio 2023, quando ormai non ci speravo più, mi è arrivata una mail in cui mi confermavano di aver visionato il materiale e mi inviavano una parte da imparare a memoria per il provino. Quando poi mi hanno chiamato per comunicarmi l’assegnazione di un ruolo ero al supermercato, ed è stato comicissimo: dalla gioia ho lanciato in aria tutto quello che avevo in mano e sono corsa via!”.
La soap è un genere che la Berruti corteggia da anni “perché ritengo – confessa – che sia un’ottima palestra per un attore, soprattutto per la memoria, perché hai tempi brevissimi per memorizzare un copione. Meglio per me quando leggo gli audio-libri! (ride, ndr). 
Il primo giorno di riprese ero terrorizzata, sia perché su un set non c’ero mai stata e poi perché comunque andavo a confrontarmi con gente che sta lì dalla prima puntata, da ben 26 anni, colossi del teatro e del doppiaggio verso cui avvertivo un certo timore. Devo dire però che poi è andato tutto liscio, anche con il regista”.

Com’è il rapporto con i colleghi e cosa dobbiamo aspettarci dal tuo personaggio?

“Sto girando con Chiara Conti e Riccardo Polizzy Carbonelli, entrambi molto gentili, affettuosi ed accoglienti fin dall’inizio. E mi ha fatto molto piacere quando tutti hanno notato il mio background teatrale, consigliandomi di attuare una recitazione più quotidiana.
Il mio personaggio caratterialmente non è ancora ben definito e le scene che ho girato finora sono molto brevi: spero però che ci siano sviluppi, mi sta piacendo molto”.

Tornando alle tue esperienze professionali, quali sono state le tappe fondamentali della tua carriera? 

“Ho spaziato dal teatro al doppiaggio, dalla radio agli audio-libri e la televisione mi mancava. Sono tutti modi diversi di comunicare e lo trovo davvero fantastico, in quanto tutto ciò che ruota intorno alla voce mi intriga enormemente.
La mia maestra di doppiaggio è stata Giuppy Izzo, una persona che adoro ed a cui sarò sempre grata per tutti i preziosi consigli che mi ha dato. Mentre i miei primi insegnanti di teatro sono stati Antonio Intorcia e Michelangelo Fetto, a cui devo tanto: tuttora, quando siamo in scena insieme, cerco sempre la loro approvazione”. 

Assunta in passato ha insegnato recitazione ai ragazzi dagli undici ai quindici anni con il progetto ‘Teatro Studio’ della Solot.
Il fatto di essere mamma ti predispone ancor più ad un dialogo con un pubblico di bambini? 

“Si, molto. È il pubblico più severo e più complesso da accontentare e da accattivare: riuscire a coinvolgerli è straordinario.
Una volta, dopo aver interpretato in scena il personaggio di Biancaneve, mi è capitato di incontrare una bimba al supermercato che mi fissava… e che, sgranando gli occhi, mi disse: ‘Ma perché, Biancaneve fa la spesa?’. Quando ciò accade, mi diverto molto a restare nel personaggio… Mia madre mi chiama ‘la scuieta bambini’ perché ad esempio a fine spettacolo – soprattutto in quelli che facciamo per le scuole – ci piace farli urlare, incuriosirli e farli interagire con noi. 
Quando nella fiction mi hanno affidato il ruolo della babysitter ho pensato che in un modo o nell’altro i bambini tornano sempre nella mia quotidianità… dalla vita personale al teatro fino al set”. 

E’ difficile occuparsi di cultura in questa città? C’è un pubblico che segue? 

“Fare teatro qui non è semplice perché il pubblico che va a teatro è poco numeroso, tranne se c’è in cartellone un nome famoso. Penso a tutti gli operatori culturali del nostro territorio e ti dico che è davvero una gran fatica svolgere la loro attività. Io ho iniziato con la Solot, oggi lavoro con loro e credo sia una realtà solidissima, operante da più di 35 anni. Adoro questa città e tra le mie intenzioni c’è quella di rimanere a Benevento, anche se spesso per lavorare bisogna necessariamente spostarsi altrove.

Quando facevo doppiaggio vivevo a Roma, ma poi durante la gravidanza son dovuta tornare a Benevento. E ti confesso che ho fatto provini anche mentre ero incinta e mi è capitato di attendere anche più di due ore, senza alcuna attenzione per il mio stato. Una volta mi è stato detto: ‘Mettiti là, stai zitta e non sporcare!’. A quel punto però mi sono alzata e me ne sono andata, perché anche noi attori abbiamo una dignità da difendere”.

Davvero terribile… La carriera dell’attore presenta molti ostacoli? 

Un attore deve avere perseveranza, pazienza e una dose massiccia di umiltà. Tutto questo perché le porte in faccia sono frequenti e spesso brutali. Un attore di teatro, non popolare, vive costantemente in un limbo. È una vita di incertezze, ed occorre una grande determinazione per perseguire il proprio sogno, senza mai abbattersi.
Basta poi un minuto in una tv nazionale e si focalizza tutta l’attenzione su di te. Io non ci sono proprio abituata, pur avendo portato in tournée con la Solot spettacoli bellissimi, ed avendo registrato con la mia voce ben cinque audio-libri su varie piattaforme… ma la fruizione di massa dà riscontri incredibili”. 

Non solo lavoro, sei molto attenta al fitness… 

“Si, durante la pandemia ho incrementato i miei allenamenti con il super jump grazie a dei corsi online. Ora pratico da più di tre anni questa attività, che mi è utile per reggere con maggiore facilità determinate posture in teatro, e non avere il fiatone quando, durante alcuni spettacoli, devo correre e recitare allo stesso tempo”.