Benevento – Benevento ed il Sannio, tra scenari di crisi e visione future, sono stati al centro dell’incontro-dibattito che si è tenuto ieri pomeriggio presso la sede di Benevento del CSV Irpinia Sannio Ets ed organizzato dal Laboratorio per la felicità pubblica in collaborazione con Base Benevento.
Un evento aperto dai saluti di Pasquale Orlando, consigliere del CSV Irpinia Sannio Ets, e che ha poi visto i contributi dinanzi ad una attenta platea del coordinatore del “Laboratorio per la felicità pubblica” Ettore Rossi; di Alessio Valente, docente di Scienze della Terra presso l’Università del Sannio; di Antonio Leone, già Primo Ricercatore del Consiglio Nazionale delle Ricerche; di Gianna De Lucia dell’equipe della Scuola Diocesana di Impegno Socio-Politico della Diocesi di Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata de’ Goti; di Franco Bove, architetto urbanista; e di Guido Tortorella Esposito, docente di Storia del Pensiero Economico presso l’Università del Sannio. In sala numerosi sindaci, ex amministratori, i rappresentanti del mondo accademico e delle organizzazioni del Terzo Settore.
“Il Laboratorio per la felicità pubblica – ha spiegato il coordinatore Ettore Rossi -, da diversi mesi, insieme con alcuni appassionati docenti dell’Università del Sannio, ricercatori, liberi professionisti, esponenti dell’associazionismo, ha preso la forma di un gruppo di lavoro sulle prospettive della città di Benevento e del Sannio. Siamo partiti dalla storia urbanistica, geologica, economico-sociale, paesaggistica e agricola di Benevento. Per rileggere l’identità della comunità beneventana, interrogarsi sulla sua attualità e, soprattutto, capire come costruire su quelli basi nuove progettualità per il futuro”.
“Un obiettivo importante che il gruppo di lavoro si è dato – ha sottolineato Ettore Rossi – è di suscitare dibattito intorno ai destini della città e del territorio provinciale, sia con i competenti che con la cittadinanza più in generale. La nostra aspirazione è favorire processi di attivazione in cui soprattutto i cittadini si sentano parte della soluzione dei problemi comunitari, senza che la stessa soluzione venga delegata ad altre entità”.
Nel suo intervento Ettore Rossi ha quindi esposto alcuni dati che disegnano un complesso quadro della città e del Sannio. Negli ultimi dieci anni Benevento ha perso 4.358 abitanti e non si scorgono segnali, allo stato, per un’inversione di tendenza. L’intera provincia di Benevento sempre nell’ultimo decennio ha perso 21.238 abitanti. La fuga riguarda soprattutto i giovani. La provincia di Benevento ha il più alto indice di vecchiaia tra le province della Campania (201,6), mentre ha il più basso tasso di natalità in Campania (6,3 nati su 1000 abitanti). Sul versante sociale, poi, si registra una crescente povertà e vulnerabilità. La sfida è di promuovere servizi di cura efficienti e contraddistinti da una marcata prossimità. “Consideriamo la città e i nostri paesi – continua Rossi – alla stregua di organismi viventi in cui tutte le parti – strati sociali, diverse generazioni, quartieri periferie e contrade – debbono essere contraddistinte da tratti di una vita degna e se è carente in alcuni segmenti e situazioni è l’intera comunità a soffrirne e a doversi attivare per superare le difficoltà e disparità”.
“La nostra prospettiva di lavoro – queste le conclusioni di Ettore Rossi – è di dare vita ad un vero e proprio ecosistema territoriale virtuoso sul piano prima qualitativo, cioè relazionale, e poi quantitativo. Partiamo oggi con questo primo step e proveremo a proseguire con ulteriori incontri, frutto di dialoghi con quanti sono interessati a promuovere tali comunità operose nel Sannio”.
Tra gli interventi quello del professore Alessio Valente. “Mi piace sottolineare l’approccio che abbiamo seguito e che è stato – ha spiegato il docente – quello di dialogare portando delle conoscenze e pensando come queste potessero essere utili per il territorio cercando di evidenziare situazioni critiche che potessero essere migliorate. Abbiamo ad esempio verificato come l’urbanizzazione del territorio non abbia seguito dei criteri che potessero aiutare lo sviluppo ma piuttosto che lo limitassero. Pensiamo alle alluvioni, alle frane ed a quello che sta accadendo rispetto ai cambiamenti climatici ed alla desertificazione che già si evidenzia nell’area del Sannio orientale. Ci siamo dati delle risposte e questo deve essere oggetto di riflessione con altri per poter rendere sostenibile quanto più possibile questo territorio”.
Le giovani generazioni sono stato spesso oggetto degli interventi dei relatori, come nel caso del contributo di Antonio Leone, già Primo Ricercatore del Consiglio Nazionale delle Ricerche. “Pochi sanno – ha detto – che questo territorio è stato oggetto negli anni di numerose ricerche che ne hanno analizzato le potenzialità e le peculiarità produttive, ma anche le fragilità. Probabilmente adesso c’è da fare qualche piccolo sforzo per trasferire queste ricerche a chi poi sul territorio va ad operare, ma anche ai più giovani che a volte non lo conoscono. E’ importante che sia consapevoli di quanto il territorio possa dare in termini di possibilità ed opportunità per il futuro, e questo potrebbe aiutare a limitare l fenomeno dell’abbandono di queste terre”.