Buccino (Sa)- Dietrofront per il Comune di Buccino sul rilascio autorizzativo del permesso a costruire di un opificio industriale di macinazione e raffinazione di legno riciclato destinato ai forni di produzione di calce industriale sito in area naturalistica protetta, nella zona industriale di Buccino, chiesto ed ottenuto dalla proprietà dell’industria Calce Casertana srl.
Autorizzazione, prima lasciata e concessa dall’ufficio tecnico di Palazzo di Città, suscitando non pochi malumori tra i cittadini ambientalisti, il consigliere comunale di maggioranza delegato alla zona industriale Antonio Volpe che ha presentato una richiesta di accesso agli atti agli uffici comunali e dell’associazione “Paese Mio”, e successivamente, bloccata e sospesa con annessa richiesta di integrazione di ulteriori atti inerenti la relazione paesaggistica, quest’ultimo titolo necessario ai fini del rilascio autorizzativo poiché il progetto presentato dalla società già operante sul territorio, prevederebbe la realizzazione dell’impianto all’interno dell’area protetta ricadente nei 150 metri del vincolo del Fiume Bianco.
L’Industria Calce Casertana Srl è tra le più grandi aziende del settore, operante dal 1991 nella zona industriale di Buccino dove produce all’interno dello stabilimento industriale dell’estensione di 35mila metri quadrati, calce e prodotti speciali per l’edilizia con l’utilizzo di forni ad alte temperature che frantumano e fondono il materiale di lavorazione per la realizzazione di calce.
Società che pochi giorni fa, ha presentato presso l’ufficio tecnico di Palazzo di Città, una richiesta autorizzativa di permesso a costruire ai fini della realizzazione di un capannone da destinare ad impianto di macinazione e raffinazione legno riciclato a servizio dei forni di calce. Richiesta presentata in data 29 marzo 2023 e autorizzata dal responsabile dell’ufficio tecnico del comune in data 14 aprile 2023.
Una vicenda che però fa discutere la cittadina volceiana sul permesso rilasciato in una zona industriale classificata da una modifica di variante al Puc varata nel 2018 quale “distretto industriale agroalimentare e logistico”, e che dal 2016 vede cittadini, associazioni, Comune di Buccino, aziende e Comuni della Valle Sele, protestare contro la delocalizzazione delle Fonderie Pisano Spa di Salerno e la realizzazione dell’opificio industriale a lavorazione aerobica di trattamento rifiuti a matrice organica di 113mila tonnellate presentato dalla società Buoneco srl nel lotto n.18, entrambi ricadenti nella zona industriale di Buccino.
Industrie, queste ultime due, contro il cui insediamento a Buccino vi è una querelle giudiziaria ancora in atto dinanzi ai giudici del Consiglio di Stato tra le due società e il Comune di Buccino, attraverso la quale le aziende, i cui progetti di insediamento degli opifici restano per ora bloccati per via delle barricate giudiziarie e associazioni ambientaliste, hanno chiesto ai giudici l’annullamento della variante di classifica della zona industriale in distretto agroalimentare per potersi insediare e aprire i battenti sui lotti dei cui siti già sono titolari gli imprenditori e per i quali proprio la famiglia Pisano, nelle scorse ore, ha ripresentato agli uffici del settore ambiente della Regione Campania, in data 18.4.2023, il progetto per la realizzazione dell’opificio industriale chiedendone l’autorizzazione ambientale VIA.
Richiesta Via delle Fonderie, che nelle scorse ore, i Pisano hanno inviato in Regione ed il cui progetto di delocalizzazione dell’impianto di Via dei Greci è stato inviato anche all’ufficio tecnico di Palazzo di Città.
Un progetto, quest’ultimo che prevede la realizzazione di un opificio di fonderia di ghisa di seconda fusione da realizzarsi nel lotto n. 22 della zona industriale il cui futuro dipende quindi, dall’esito della sentenza dei giudici amministrativi del Consiglio di Stato e sul cui prosieguo, desta malumori tra gli ambientalisti, anche la richiesta avanzata dalla società di calce che con nota firmata dallo stesso ufficio tecnico qualche giorno fa, in data 20 aprile 2023 ed indirizzata al titolare dell’azienda di calce, con la quale i tecnici di Palazzo di Città hanno fatto dietrofront, si è vista recapitare un provvedimento di sospensione dell’autorizzazione che rimanda quindi, il rilascio autorizzativo ad una relazione paesaggistica necessaria per realizzare tale opera.