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Sui voli dell’aeroporto di Capodichino si allarga lo scontro. Dopo il braccio di ferro col gestore Gesac, il comitato No Fly Zone ne ha ingaggiato uno anche con l’Arpac. L’organismo civico da tempo denuncia rischi e disagi dei sorvoli, dall’inquinamento acustico e atmosferico agli aerei a bassa quota in piena città. La Gesac ha sempre respinto le accuse. E nei mesi scorsi ha stipulato una convenzione con l’Arpac, per la ricerca di misure di contenimento del rumore e delle emissioni di CO2. Ma sull’intesa Arpac-Gesac è piombata la richiesta di revoca, firmata da No Fly e Assoutenti Campania.

Le associazioni ricordano il ruolo di vigilanza dell’agenzia regionale di protezione ambientale nella Commissione aeroportuale, istituita per fronteggiare l’inquinamento acustico nei dintorni dello scalo. Secondo il comitato, questo la porrebbe “in evidente conflitto ed incompatibile rispetto ad una convenzione a titolo oneroso”. L’Arpac, “per l’adempimento delle proprie funzioni – scrive No Fly in una lettera all’agenzia -, può definire accordi o convenzioni con Aziende ed Enti pubblici e privati, se tali attività non risultino incompatibili con l’esercizio” dei controlli. Ed oltre a ciò “riteniamo sia assolutamente inopportuno – aggiunge la missiva – che l’Arpac instauri con il gestore aeroportuale qualsiasi rapporto esuli dal ruolo conferitole all’interno della commissione aeroportuale, considerando anche le chiare contestazioni espresse dall’Arpac in merito agli ‘sprofilamenti’ rilevati, il gestore da anni sminuisce l’evidente realtà, affermando che il rumore è nei limiti e che i cittadini che subiscono il rumore si attestano ad 11.000 unità, tutto ciò è stato contestato al gestore e risulta dai verbali della commissione”.

L’agenzia regionale ha quindi risposto al comitato. “Relativamente alla convenzione tra Arpac e Gesac (…) – si legge nella replica – si rappresenta che l’attività di Arpac è aggiuntiva rispetto ai controlli istituzionali, e consiste in un mero studio della variazione di impatto acustico legata all’ implementazione delle variazioni delle rotte in fase di decollo (…). I controlli e le valutazioni demandate a Arpac, sono finalizzate proprio a garantire la necessaria terzietà nella fase di raccolta dei dati e esecuzione delle misurazioni utili per le valutazioni del rumore associato”. Tale studio temporaneo “non permetterà di valutare la conformità delle attività aeroportuali – scrivono i funzionari Arpac – ai limiti normativi, atteso che tale monitoraggio avrà una durata inferiore a un anno e che la normativa vigente prevede che sia il gestore aeroportuale ad implementare ed eventualmente aggiornare il sistema di monitoraggio del rumore aeroportuale”. L’Arpac specifica che “una volta portati gli esiti del monitoraggio oggetto della convenzione e gli altri dati pertinenti in commissione (…), si potranno valutare le eventuali migliorie o criticità nell’impatto acustico dell’aeroporto di Napoli Capodichino sul territorio circostante e rendere definitive o meno le nuove procedure di decollo studiate”. E nel momento “che dovessero essere rese operative in maniera definitiva tali nuove rotte di decollo sarà cura del gestore aeroportuale adeguare il sistema di monitoraggio”.

Il presidente di No Fly Zone, Stefania Cappiello, commenta: “Abbiamo letto con attenzione la risposta di Arpac e scriveremo ufficialmente a tutti i componenti della commissione anti rumore presieduta dall’Enac, perché riscontriamo delle incongruenze. Comunque, per gli atterraggi soluzioni non ce ne sono”.