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Appaiate lì in fondo, con 29 punti e a un passo dal baratro, Benevento e Spal si troveranno di fronte a Pasquetta per un mezzogiorno di fuoco. Quel giorno saranno obbligate a vincere perché il pareggio non servirebbe a nessuna delle due. Qualunque esito diverso dai tre punti finirebbe per rendere infatti concreto lo spettro della retrocessione in serie C. Ne abbiamo parlato con Alessandro Orlandin, collega de LoSpallino.com, testata che segue in maniera approfondita le vicende della squadra di Massimo Oddo. L’atmosfera respirata nella città estense è inevitabilmente molto simile a quella che si avverte nel Sannio. “C’è forte preoccupazione, i risultati e le prestazioni recenti non hanno fatto altro che confermare il trend di una stagione da cancellare”, dice. 
Cosa lascia in dote il pareggio con la Ternana?
“Molta delusione. Diversi giocatori hanno finito la benzina con netto anticipo, a un certo punto è sembrato che il pareggio della Ternana fosse ormai solo questione di tempo. La mancanza di una vittoria ha indotto il pubblico a pensare che ormai soltanto un mezzo miracolo possa evitare la retrocessione”. 

Eppure i tifosi non hanno lasciato mai sola la squadra.
“La risposta è stata da applausi anche contro gli umbri. Oltre ottomila presenze allo stadio, con tanto di coreografia. I tifosi stanno facendo il possibile per sostenere i calciatori, ma dal campo non arrivano segnali confortanti. Allora è logico che si possa far strada il pessimismo. La squadra è stata fischiata al termine della gara, ma circa sessanta persone hanno già acquistato il biglietto per la sfida di Benevento quando mancano ancora diversi giorni alla trasferta”. 
Che partita sarà quella del Vigorito?
“A mio parere dominerà la paura perché chi perde questa partita si ritrova una condanna sulla testa. Se mi avessero detto a inizio stagione che Benevento, Spal e Brescia sarebbero state in fondo alla classifica a questo punto del campionato, non ci avrei certamente creduto”. 
Come mai tre club simili sono in questa situazione?
“Sicuramente il livello della B non può lasciare tranquillo nessuno, ma hanno inciso molto le aspettative disattese. Qui a Ferrara, ad esempio, Tacopina aveva fissato obiettivi molto ambiziosi, ma quando le cose hanno iniziato a non andare bene tutto l’ambiente ha perso certezze e il gruppo non si è riscoperto pronto a battagliare per un traguardo ridimensionato. Il presidente ha avuto poca pazienza con Venturato, poi ha tentato l’esperimento De Rossi  che si è rivelato simile a quello effettuato dal Benevento con Cannavaro. In panchina adesso c’è Oddo, a cui viene chiesto di risolvere una situazione disperata”.
Quali potrebbero essere gli uomini decisivi?
“Restando in casa Spal, penso a Maistro, Nainggolan e Fetfatzidis. Appena hanno lasciato il campo contro la Ternana, il calo è stato evidente. Bisognerà vedere se la condizione li assisterà, anche perché le opzioni di livello in panchina sono ridotte”. 
Di Moncini, uno degli ex, cosa si può dire?“La sua stagione è stata finora insufficiente nonostante risulti il miglior marcatore della Spal con 6 gol, bottino comunque magrissimo. Moncini è stato penalizzato dalle situazioni di mercato, fu ingaggiato perché la società pensava di non poter arrivare a La Mantia. Quando l’ex Lecce ha firmato, si è tentata la strada di una difficile convivenza. Solo uno di loro giocherà lo scontro diretto di lunedì contro il Benevento”.
E’ possibile azzardare un undici di partenza?
“La squadra è in ritiro a Pescara e le bocche sono più che mai cucite, ma per logica si può ipotizzare qualcosa. Oddo in questa sua parentesi ha ristretto molto il cerchio delle scelte, credo che si orienterà ancora verso un 4-3-3 mascherato con Alfonso in porta; Dickmann, Meccariello, Dalle Mura (o Arena) e Celia in difesa; a centrocampo agiranno Prati, Contiliano e Nainggolan alle spalle di Maistro, Fetfatzidis e uno tra Moncini e La Mantia.  

Foto: Facebook Spal

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