La Guardia di Finanza di Caserta ha eseguito il sequestro preventivo delle disponibilità finanziarie di una società esercente l’attività di commercio all’ingrosso di prodotti petroliferi, nonché delle liquidità e dei beni nella titolarità e disponibilità del rappresentante legale e di altri quattro soggetti (sedicenti professionisti e debitori originari) che hanno concorso alla commissione dei reati di dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici e indebita compensazione, per un valore complessivo di circa 3 milioni e 800mila euro.
Il provvedimento cautelare, disposto dal gip del tribunale Santa Maria Capua Vetere era stato richiesto dalla locale Procura all’esito di una complessa indagine svolta dai finanzieri del Nucleo di Polizia economico-finanziaria di Caserta grazie alla quale è stato possibile accertare una serie di condotte illecite che sarebbero state commesse dall’imprenditore G.L., 46 anni, nella sua qualità di rappresentante legale di una “S.r.l.” , relativamente alle dichiarazioni fiscali presentate per gli anni 2016 e 2017.
Le condotte illecite risultano essere state realizzate attraverso la strumentale presentazione di dichiarazioni fraudolente, ai fini Iva, della società di titolarità del G.L., dichiarazioni preordinate alla fittizia costituzione di un credito Iva e al conseguente utilizzo in compensazione, tramite la presentazione telematica di diversi modelli F24, allo scopo di estinguere debiti gravanti sulla società o su soggetti terzi.
Le attività illecite poste in essere da G.L. – nella sua qualità di rappresentante legale della società – hanno visto anche il concorso di alcuni sedicenti professionisti che, pur non avendone titolo, in quanto non iscritti nell’apposito albo, è risultato abbiano inviato le pertinenti dichiarazioni fiscali per conto della società oggetto di controllo, nonché asseverato il credito Iva riportato nelle stesse, attraverso l’apposizione del visto di conformità.
Le successive operazioni di compensazione eseguite telematicamente, attraverso la predisposizione di modelli F24 realizzati ad hoc, sono servite per cancellare le posizioni debitorie nei confronti dell’Erario – talvolta risultate anche ingenti – proprie, di prossimi congiunti, ovvero di altre persone fisiche e/o giuridiche apparentemente risultate estranee al contesto familiare, che la “S.r.l.” risulta essersi precedentemente “accollate” con una compensazione illegittima in quanto vietata dalla legge.
Il rappresentante della società ha integrato la condotta di dichiarazione fraudolenta per gli anni 2016 e 2017, in concorso con i soggetti che, non avendone titolo, risultano aver asseverato l’esistenza del credito esposto nelle varie dichiarazioni Iva, nonché quella di indebita compensazione per l’anno 2018.
Proprio al fine di inibire il consolidamento del vantaggio economico derivante dall’evasione, è stato richiesto al competente giudice per le indagini preliminari di sottoporre a sequestro il patrimonio frutto di tale illecito arricchimento, consistente nelle liquidità della società e, per equivalente, dei beni nella disponibilità dei soggetti concorrenti nei reati commessi fino a concorrenza del valore del profitto dei reati stessi.
Sulla base di tale provvedimento, quindi, i finanzieri hanno sottoposto a vincolo cautelare somme di denaro giacenti sui conti corrente dei vari soggetti fisici coinvolti, nonché due autoveicoli, cinque immobili e quote societarie riferibili a quattro imprese di proprietà degli indagati.