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Sulla spinosa vicenda del divieto di introdurre bandiere, striscioni, megafoni e tamburi allo stadio di Napoli, abbiamo intervistato Gianluca, uno dei leader del tifo organizzato della Curva A.
Il Questore dice che basta compilare un modulo per introdurre il materiale. È sempre stato così?
“Non è mai stato così. Il divieto di introdurre il materiale, che da sempre abbiamo portato all’interno dello Stadio, è arrivato dopo i fatti di cronaca dell’A1, parliamo dell’8 gennaio 2023. Fino a quel momento nonostante sapessimo di un’eventuale procedura da dover seguire riguardo questo aspetto, non ci era mai stato chiesto di farlo. In verità di questo modulo si sta parlando in modo chiaro nell’ultima settimana dopo la nostra manifestazione in merito a Piazzale Tecchio, manifestazione dove abbiamo cercato di ricreare quell’atmosfera che prima c’era sugli spalti”.
A questo punto lo compilerete da ora in poi?
“Questo modulo sarebbe dovuto rientrare nel programma di fidelizzazione cliente/società, che abbiamo sottoscritto ormai 8 anni fa,e avrebbe dovuto gestirlo una figura societaria che tutte le squadre hanno, che si chiama Slo, Supporter Liaison Officer. Questa figura a inizio di ogni stagione calcistica assembla tutte le richieste di materiale (striscioni, bandiere etc) ed è lo stesso Slo che settimana per settimana chiede le autorizzazioni alle società ospitanti e alla questura per le partite in casa. Lo stesso si occupa, inoltre, della gestione dei ticket raccogliendo documenti di identità, fidelity card e quote per le trasferte contingentate. Pubblicizzando la rilevanza di questo modulo solo dopo la manifestazione di sabato scorso a piazzale Tecchio, la società ha fatto un autogol. Non abbiamo problemi a compilarlo”.
Quali sono le vostre richieste a sindaco e società?
“Di permetterci di accompagnare la squadra che seguiamo da quando eravamo bambini in questo finale di stagione storico come abbiamo sempre fatto: con la passione il colore ed il folclore che ci ha sempre contraddistinti”.