La Corte di Cassazione ha annullato le sentenze di condanna emesse in primo e in secondo grado e disposto un nuovo giudizio nei confronti degli imprenditori napoletani Ferdinando Varlese e Consiglia Marigliano (difesi dall’avvocato Dario Vannetiello) accusati del reato di intestazione fittizia della società Tecnodem srl, ditta che ha eseguito alcune opere nell’ambito della realizzazione del Ponte Morandi di Genova. La Procura di Napoli ha contestato ai due imputati di essere i prestanome di un clan di camorra e in entrambi i gradi di giudizio vennero condannati, Varlese a tre anni e quattro di reclusione, Marigliano a un anno e otto mesi (con sospensione condizionale della pena).
La seconda sezione della Suprema Corte – nonostante il procuratore generale avesse chiesto il rigetto del ricorso presentato dal legale degli imputati – ha invece deciso di annullare le due sentenze di condanna e disposto un nuovo giudizio dinnanzi alla Corte di Appello. Al momento dell’arresto Varlese ammise gli addebiti dinnanzi al gip il quale attenuò la misura cautelare dell’arresto in carcere con i domiciliari. L’imprenditore, alla luce del pronunciamento della Cassazione, potrà ora chiedere la revoca dell’obbligo di dimora a Rapallo (Genova) che gli era stato imposto.