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Luciano Spalletti ha ricevuto il premio dedicato ad Enzo Bearzot al Salone dei Baroni del Maschio Angioino. Queste le sue dichiarazioni: “Avevamo parlato dell’indifferenza di quando sono arrivato per dei risultati che non erano così accettabili dalla città. C’era bisogno di compattarsi e fare un corpo unico per affrontare le difficoltà. Euforia controllata? Ma avete visto quanto è bella Napoli? Io ho deciso di vivere a Castel Volturno perché da com’è bella Napoli non si può guardare. Ci sono cose talmente belle che poi uno si impressiona e gli occhi diventano tutti azzurri (ride, ndr). Anche i calciatori ora bisogna che siano bravi perché rischiano con un po’ di euforia per i risultati di sentirsi appagati e questo è il peggior nemico che ci possa succedere. Ma tutte le volte che tento di fare dei discorsi quando ho timore cali l’attenzione, loro tutte le volte mi guardano a fine partita il giorno dopo come a dire: hai visto che non è così? Sono davvero fatti di una pasta diversa.

La Champions può essere una distrazione? “Questa è una cosa che va vissuta totalmente e che non vediamo l’ora di andarci a confrontare perché son cose bellissime che a me non sono mai capitate. Anche i calciatori stessi bisogna che stiano attenti perché il tempo a volte passa per non ripassare più e queste partite qui sono di una bellezza incredibile esserci dentro”.

“Quelli che giocano meno spesso sono fondamentali per quelli che giocano di più. Se ci ho messo tempo per inculcarlo ai calciatori? Quando sono difficoltà che riguardano l’indifferenza del momento di quando sono arrivato quà, perché venivamo da dei risultati che non erano così accettati dalla città, c’era bisogno di compattarsi e di fare un corpo unico che andasse incontro a queste difficoltà”.

Il Napoli ha dimostrato anche grandi qualità sul piano fisico: “Fisicamente ho uno staff di prim’ordine, il presidente mi ha permesso di avere tutte le qualità possibili. Io penso che sia fondamentale capire che non si porta dentro il passato in queste partite qui, ti vestono al meglio con tutte le tue qualità e difficilmente poi non le riproponi dentro la partita, intendo le qualità e le caratteristiche. Perciò non possiamo non portare queste cose che abbiamo già dimostrato. Bisogna sempre ricominciare da zero, ogni partita ha storia a sé. Era una delle qualità di Bearzot questa qui, era fonte di ispirazione per la nostra categoria. Dicono fosse una persona testarda, ma io ci vedo molta coerenza nel portare avanti il suo lavoro”.

Ma com’è possibile che Kvara ha avuto un impatto così forte sul calcio italiano? “Questo era un dubbio che aveva anche il nostro presidente, che mi chiedeva diverse volte. Avendo lavorato per cinque anni in Russia, quando siamo stati lì lì per prendere Khvicha, ho contattato degli amici che mi hanno detto di essere bravissimo. Adesso però i confini calcistici sono più sottili, è più facile entrare subito in un programma, in un modo di lavorare differente”.

Kvaratskhelia è il più forte che abbia allenato? E poi Lobotka ha detto che l’ha cambiato: “Dobbiamo stare attenti a non fare torti al resto della squadra, parlando di calcio moderno e di qualità che hanno alcuni calciatori. Dentro ci va messo anche Di Lorenzo, ad esempio, se si parla di calcio moderno, ovvero la capacità di fare più cose in più ruoli. Lui è un ragazzo incredibile, perché è un terzino che sa fare anche il centrocampista. Ha una qualità individuale di sapersi adattare a più ruoli. Sono bravi quanto sono bravi tutti gli altri ed insieme diventano una squadra fortissima”.

Percepisce l’amore di Napoli e dei napoletani? “Questo lo si percepisce anche stando al di fuori, quando si vedono le immagini del Napoli, anche quello del calcio giocato in precedenza, con Maradona. Perciò diventa forzato il dover assorbire ed il dover reggere una certa pressione. Qui sono tutti appassionati per il calcio e per i propri colori. Però è ancora il tempo del lavoro ed è un patto che abbiamo fatto con la squadra e loro ce l’hanno ben chiaro. Ora è ancora il tempo di lavorare, poi vediamo come e quando festeggiare”.

Un messaggio finale sui bambini: “Se si va a scuola si palleggia meglio. Se la mattina si va a scuola, poi gli dai un pallone nel pomeriggio vedrai che quei bambini palleggiano meglio”.