Napoli – Sono vari i testimoni chiave dell’omicidio di Francesco Pio Maimone, il 18enne ucciso da un colpo di pistola mentre mangiava noccioline con gli amici, sul lungomare di Napoli, la notte tra domenica e lunedì scorsi. Forniscono indicazioni precise che, affiancate ai video acquisiti e agli accertamenti della Squadra Mobile, praticamente non lasciano dubbi sull’autore del folle gesto, compiuto per una scarpa sporcato dopo che gli avevano pestato un piede. Da martedì con l’accusa di omicidio volontario aggravato dalle modalità mafiose (ratificata dal gip ieri) è chiuso nel carcere di Secondigliano un quasi omonimo della vittima: il 19enne Francesco Pio Valda. C’è chi ha visto “una persona tutta vestiva di nero” che “esplodeva più di un colpo di pistola” tra la folla presente prima di allontanarsi “repentinamente in via Caracciolo in direzione del ristorante Primavera”.
Il teste, ascoltato dalla Polizia di Stato, era tra i giovani davanti al chioschetto da Sarà quella tragica notte. Riferisce di avere visto “un individuo che impugnava una pistola (dall’analisi eseguita dalla Polizia Scientifica dell’ogiva trovata sul luogo della tragedia emergerà che era un revolver Smith & Wesson calibro 38/357 Magnum) e con questa faceva fuoco più volte tra la folla; quindi … notava Maimone (che era con due amici) ferito al petto e ‘sotto shock’ mentre veniva disperatamente soccorso da alcuni amici”. C’è anche chi riferisce di avere visto bene colui che ha sparato e lo descrive: “…ho visto questo ragazzo di fronte allo chalet di Sasà, alto circa 175 centimetri, biondino con capelli tagliati corti ai lati il quale indosasva una felpa verde con cappuccio. Lo stesso esplodeva credo 3 o 4 colpi di pistola… le persone presenti gridavano che si trattava di colpi a salve…”. Il teste riferisce inoltre di essere in grado di riconoscere colui che ha sparato. Un altro fornisce anche la descrizione del tipo di pistola.
Tra coloro che erano presenti, e che hanno preso parte allo scontro c’è chi conferma che Valda abbia sparato prima in aria e poi per dimostrare che la sua pistola non era a salve (come qualcuno aveva gridato), anche contro una Fiax 500X grigia parcheggiata. Gli amici di Maimone non avevano capito cos’era successo, gli hanno aperto il giubbino e solo allora si accorgono “che era stato raggiunto da un colpo di pistola in quanto sanguinante all’altezza del petto…”. Un altro spiega agli investigatori il movente del folle gesto di Valda: “ho sentito alcuni ragazzi che discutevano animatamente. Da questioni legate alle scarpe (un paio di Louis Vuitton) e all’abbigliamento sono passati al chi sei tu e chi sono io… li avrò visti un paio di volte… avevano sempre lo stesso atteggiamento alterato”. Dopo 10-15 minuti il testimone riferisce di avere sentito i colpi d’arma da fuoco e visto tanti ragazzi allontanarsi “proprio all’altezza delle telecamere”. Le immagini dei sistemi di videosorveglianza della zona confortano la ricostruzione della dinamica dell’accaduto delineata grazie le testimonianze acquiste dalla Squadra Mobile. Permettono l’identificazione di Valda (che spara con una pistola che portava nella cintola) e lo scontro tra due gruppi di ragazzi. Uno lo identifica tra le foto che gli vengono mostrate dalla Polizia.
Le parole del Gip – Per il gip di Napoli Maria Luisa Miranda che ieri ha convalidato il fermo e disposto il carcere per il 19enne Francesco Pio Valda, accusato dalla Squadra Mobile e dalla Procura di Napoli dell’omicidio volontario aggravato di Francesco Pio Maimone (il 18enne ucciso da un colpo di pistola mentre mangiava noccioline con gli amici, sul lungomare di Napoli, la notte tra domenica e lunedì scorso) la dinamica e le responsabilità dell’accaduto sono certe. “E’ evidente – scrive nell’ordinanza emessa ieri – che grazie alle dichiarazioni rese da tre dei soggetti presenti ai fatti, che sul luogo del delitto si trovavano proprio insieme al Valda, certa è la dinamica dei fatti, il motivo sottostante il litigio e l’autore del reato”.
“I tre, infatti, conformemente tra loro, – spiega il giudice – chiariscono la dinamica, la causa che innescava il litigio e indicano quale ‘autore’ dell’omicidio l’odierno indagato Valda Francesco Pio”. Per il gip, “già quanto esposto è sufficiente ad affermare che gravi e precisi sono gli indizi di reato a carico dell’odierno indagato, alla luce delle attendibili e convergenti dichiarazioni rilasciate da persone presenti e a conoscenza dei fatti, ulteriormente riscontrate dalle immagini acquisite, dalle dichiarazioni rese dagli amici della vittima che davano una descrizione fisica di colui che sparava… descrizione che corrisponde alle fattezze fisiche del Valda, e dalle intercettazioni poste in essere nell’ambito di altro procedimento penale (circa la piena inutilizzabilità non vi è necessità di motivare) che svelano la piena consapevolezza dell’autore dei fatti compiuti e dei suoi familiari, da cui la scelta di darsi alla fuga”. Valda, inoltre, avrebbe sparato più di colpo ad altezza d’uomo: uno ha colpito la vittima. Un altro, sempre secondo una testimonianza, è stato esploso contro una Fiat 500X grigia parcheggiata, per dimostrare che l’arma che impugnava e che portava nella cintola dei pantaloni era vera.