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Il grande assente è il territorio a partire dalla mancata attivazione  delle case di comunità. È l’esempio che cita il segretario provinciale Antonio Capezzuto nel presentare il D-Day Sanità a Salerno con un presidio ed un’assemblea pubblica il 22 all’Asl ed il 27 all’ospedale di Salerno. Le vicende della “Sanità” salernitana, post emergenza Covid, risultano essersi ulteriormente aggravate negli ultimi mesi: chiusure e accorpamenti dei reparti, carenza di medici, barelle in corsia e Pronti Soccorsi in affanno, sono solo alcune delle criticità del sistema sanitario provinciale.

Assistenza domiciliare carente, riabilitazione senza personale e liste d’attesa infinite sono figlie del continuo disinvestimento nei servizi pubblici. Inoltre, il mancato confronto con le Direzioni Generali sulle prospettive complessive del territorio, in termini di servizi sanitari: difficile sintetizzare tutte le questioni poste sul tappeto del sindacato che a partire dalle case di comunità, ribadisce come il sistema sanitario non può essere garantito si si finisce sempre tutti direttamente al pronto soccorso.

Poi la questione dei medici a gettoni che potrebbero rappresentare una forma di privatizzazione dall’interno della sanità pubblica Anche  le continue inaugurazione di nuove strutture mentre manca il personale necessario. Ma rispetto a questa questione, la madre di tutti i problemi nella sanità campana, la Cgil annuncia che non ci saranno solo proteste ma anche proposte come quella di inserire definitivamente i 220 medici utilizzati durante il periodo della covid, come è stato spiegato in una conferenza  stampa che si è svolta stamattina ala presenza anche del Segretario Generale della CGIL Salerno Antonio Apadula  e del Segretario Generale SPI CGIL Salerno Arturo Sessa oltre che del Segretario Generale FP CGIL Antonio Capezzuto.