Ogni volta che si decide di onorare il ricordo delle vittime di guerra o della criminalità, celebrando una giornata ad essi dedicata, ci si augura che tale evento lasci un segno nelle coscienze di chi assiste. Questo è quanto accaduto lunedì 13 marzo nell’Istituto di istruzione secondaria di secondo grado “G. Alberti” di Benevento dove si è tenuto l’incontro dal titolo ”Verso il 21 marzo” . L’evento si è infatti svolto con qualche giorno di anticipo rispetto alla data consueta deputata alla celebrazione della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti della mafia ed è stato voluto dalla Dirigente Scolastica Silvia Vinciguerra, organizzato dalla Prof.ssa Silvia Iannelli con la collaborazione delle docenti Maria Tranfaglia, Cinzia Tremigliozzi e Annarita Venditti. La scuola ha avuto l’onore di ospitare Sara Scuderi esponente del coordinamento provinciale dell’associazione Libera e Antonio Iermano, figlio di Aldo Iermano assassinato nel 1982 con l’assessore Raffaele Delcogliano nel corso di un attentato terroristico.
Protagonisti dell’incontro sono stati gli studenti delle classi V A AFM, II B AFM, IV A LSA e II B FORENSE che, dopo una breve introduzione hanno illustrato i loro lavori su tematiche specifiche quali “L’economia contaminata”, La mafia e le donne, “La mafia dei pascoli” e “Le stragi degli anni ‘90: alla ricerca di verità e giustizia”. Alle relazioni ha fatto seguito una vibrante rappresentazione su testi tratti dal libro ”La sedia vuota” di Raffaele Sardo, racconti di vittime innocenti. L’esibizione messa in scena dagli alunni della II B FORENSE, del V SPORTIVO ,della IV A AFM e del IV CHIMICO con l’accompagnamento musicale della prof.ssa Marialuisa Campanelli, ha toccato profondamente gli astanti, trasmettendo all’uditorio una profonda emozione. Una commozione sottolineata da Sara Scuderi che, nel ringraziare docenti e studenti per il lavoro svolto, ha esortato i giovani a continuare il loro percorso nel segno della legalità, attraverso gesti quotidiani che, seppur difficili da realizzare, hanno la potenza di negare la connivenza e il compromesso in nome della giustizia sociale cui tutti dovrebbero aspirare. A concludere l’incontro è stato il toccante racconto di Antonio che ha rievocato le circostanze che hanno portato all’assassinio di suo padre, tracciando un ritratto vivo delle figure di Aldo e Raffaele e ricollegando il loro ricordo a quello di coloro che hanno pagato con la vita il loro impegno contro la criminalità. Le note della canzone “Pensa” di Fabrizio Moro, intonata dai presenti, ha sancito la chiusura del convegno che non è stato solo un atto dovuto ma un vero oceano di emozioni che ha aperto il cuore alla riflessione e alla consapevolezza che chi è morto per gli ideali di giustizia e legalità continuerà a vivere, non solo nel ricordo, ma anche nei gesti e nelle azioni di coloro che faranno tesoro del loro esempio.