Attentati incendiari ad abitazioni, colpi di pistola contro uffici e attività, fino a far esplodere una bomba dinanzi a un locale commerciale a Montesarchio che causò molti danni. Un sodalizio criminale dedito a estorsioni con metodo mafioso nei confronti di commercianti e imprenditori della Valle Caudina tra settembre 2018 e febbraio 2019.
Si è svolta l’udienza per il processo ordinario nei confronti di Rinaldo Clemente, 38 anni, di San Martino Valle Caudina, assistito dall’avvocato Valeria Verrusio. Clemente è accusato in concorso di estorsione e associazione per delinquere con le aggravanti “di aver commesso il fatto avvalendosi della condizioni di assoggettamento e di omertà al fine di agevolare l’organizzazione camorristica clan Pagnozzi”.
Al centro dell’udienza due attentati avvenuti ai danni di un’azienda di Paolisi, la ‘Tencno Project’: parliamo di colpi d’arma da fuoco nella serranda del negozio e di un furgone dell’azienda incendiato. Nella scorsa udienza erano state sentite le due persone offese, che avevano risposto alle domande del Pubblico Ministero chiarendo i fatti. In aula questa mattina sono state ascoltate altre 4 persone offese, che hanno confermato quanto reso in precedenza.
Prossima udienza fissata per il 20 giugno, dove saranno ascoltati i carabinieri che hanno svolto le indagini.
Parliamo di una indagine che riguarda un sodalizio criminale dedito a estorsioni con metodo mafioso nei confronti di commercianti e imprenditori della Valle Caudina. Ricordiamo che il gup del Tribunale di Napoli, Federica De Bellis, condannò otto dei dieci imputati a pene tra i 9 e i 3 anni di reclusione. Queste, in particolare, le condanne riportate: anni 9 e mesi 4 a Pietrantonio Morzillo (avvocati Ettore Marcarelli e Carla Maruzzella), 44 anni, di Moiano; anni 6 e mesi 8 a Francesco Buono (avvocati Mario Cecere e Mauro Iodice), 28 anni, di Airola; anni 5 e mesi 4 a Luca Truocchio (avvocati Marco Bernardo e Nunzio Gagliotti), 20 anni, di Sant’Agata de’ Goti; anni 5 e mesi 4 ad Antonio Buonanno (avvocati Danilo Di Cecco e Giacomo Buonanno), 27 anni, di Moiano; anni 4 ad Alessandro Massaro, 26 anni; anni 5 e mesi 4 a Biagio Massaro, 27 anni e Pasquale Massaro, 22 anni, di Airola (avvocato Renato Iappelli); anni 3 e mesi 8 a Umberto Zampella (avvocato Nello Sgambato), 37 anni, di San Marco Evangelista. Erano tutti accusati a vario titolo di associazione per delinquere aggravata dal metodo mafioso, estorsione, minacce, danneggiamento, detenzione di materiale esplodente. Assolti invece Umberto Vitagliano (Avvocato Valeria Verrusio), 56 anni di San Martino Valle Caudina, considerato uno dei promotori del gruppo, e Giovanni Testa (avvocato Vittorio Fucci), 49 anni di Montesarchio.
L’INCHIESTA
Grazie all’inchiesta diretta dal pm della Dda Luigi Landolfi con l’ausilio dei Carabinieri della Compagnia di Montesarchio, si era scoperto che, tra settembre 2018 e febbraio 2019, il gruppo criminale avevano preso di mira diverse imprese della Valle Caudina, in special modo sei attività commerciali a Moiano, Paolisi, Airola e Montesarchio. Un gruppo criminale operante in Valle Caudina che da alcuni anni si era reso protagonista di numerosi atti intimidatori e violenti nei confronti di commercianti sul territorio. In maniera diretta chiedevano ingenti somme di denaro per costringere le persone ad essere più tranquille.
Secondo gli inquirenti gli estorsori di fatto imponevano ai malcapitati, in particolare piccoli operatori del commercio, una “assicurazione” sui beni e sulla vita per un importo che è giunto anche a 100mila euro l’anno. Una vera e propria “sentenza di morte” per tante piccole attività produttive che non potevano certamente reggere ad imposizioni simili. Gli imputati non si limitavano quindi alla semplice richieste del pizzo, ma passavano direttamente all’estorsione accompagnandola, per renderla più credibile, da minacce armate e dall’uso di esplosivi e armi da fuoco.
Si facevano dei veri e propri attentati prima della richiesta estorsiva. L’episodio più importante la richiesta di pagamento di 100 mila euro ai danni di un commerciante di Paolisi e il sequestro di una moto che permetteva di effettuare questi attentati. Utilizzavano armi, ordigni esplosivi rudimentali anche con una certa importanza.