La sezione di Benevento dell’ANPI intende celebrare l’8 marzo, Giornata internazionale della donna, ricordando Maria Penna, la partigiana barbaramente trucidata nel 1944.
Maria Penna nacque a Benevento nel 1905. Nel 1944 fu attiva nella resistenza fiorentina insieme al marito, Rocco Caraviello. A Firenze operava la famigerata banda Carità, una sorta di corpo di polizia della Repubblica sociale, responsabile di torture e uccisioni. Il 19 giugno 1944 la banda sorprese una riunione di partigiani in casa di Mary Cox, una professoressa di inglese che collaborava con la Resistenza. Tra i partecipanti alla riunione vi era Rocco Caraviello che fu immediatamente assassinato. Dopo averlo ucciso, i fascisti perquisirono la sua abitazione e arrestarono Maria, che fu trasferita a Villa Triste, l’appartamento dove la banda Carità torturava i prigionieri. Maria subì torture e sevizie fino all’alba del 21 giugno, quando fu portata in contrada Terzollina e fucilata insieme a Mary Cox.
L’Anpi ritiene che nessuna donna possa rappresentare il senso della Giornata dell’8 marzo meglio di Maria Penna che ha sacrificato la vita per gli ideali di libertà e giustizia. Il fascismo aveva cercato di annullare la personalità delle donne italiane pretendendo che fossero semplicemente “madri e spose esemplari”. Le donne, per il fascismo, erano incapaci di assumere qualsiasi ruolo pubblico e dovevano limitarsi a procreare e a obbedire. L’emancipazione femminile, perciò, venne dall’antifascismo e dal contributo dato alla lotta partigiana da donne come Maria Penna. Oggi la battaglia per un’effettiva parità di genere non può non trarre ispirazione dal suo esempio.