Tempo di lettura: 2 minuti

Napoli – La Procura di Torre Annunziata ha chiesto l’ergastolo per i quattro imputati che la Corte di Assise di Napoli è chiamata a giudicare per l’omicidio di Maurizio Cerrato, il vigilante 61enne degli scavi di Pompei ucciso a Torre Annunziata, davanti alla figlia, con una coltellata al cuore, la sera del 19 aprile 2021, dopo una lite per un parcheggio. A formulare le richieste oggi è stato il sostituto procuratore di Torre Annunziata Giuliana Moccia, al termine di una lunga (è durata quasi cinque ore) e circostanziata requisitoria durante la quale il magistrato ha ripercorso tutte le fasi di quella tragica sera. Di quell’omicidio sono accusati i fratelli Giorgio e Domenico Scaramella, oltre a Francesco e Antonio Cirillo. Presente, per la famiglia Cerrato, come in quasi tutte le udienze, visibilmente affrante, la vedova e la figlia della vittima, difese dall’avvocato Giovanni Verdoliva. La presidente della seconda Corte di Assise di Napoli Concetta Cristiano ha fissato per il prossimo 21 marzo, data in cui si celebrano le vittime delle mafie, l’udienza durante la quale discuteranno gli avvocati della difesa. La sentenza è annunciata per lo stesso giorno.

L’avvocato: “Gli imputati volevano ammazzare”

La requisitoria è stata omnicomprensiva, in termini di fatto e in termini di Diritto, con una precisa esposizione per quanto riguarda la posizione di tutti gli indagati in merito ai fatti e in merito alla responsabilità e all’individuazione della volontà omicidiaria”. Così, l’avvocato di parte civile Giovanni Verdoliva, legale della vedova e della figlia di Maurizio Cerrato – il vigilante 61enne degli scavi di Pompei ucciso dopo la lite – ha commentato la richiesta di ergastolo formulata nei confronti dei quattro imputati accusati di omicidio volontario al processo in corso a Napoli, davanti alla Corte di Assise. Soddisfazione per la precisa ricostruzione dei fatti è stata espressa anche da Tania e Maria Adriana Cerrato, rispettivamente moglie e figlia maggiore di Maurizio. “Siamo riconoscenti alla polizia giudiziaria e alla Procura di Torre Annunziata che sia in relazione alle indagini sia in relazione alla condotta in dibattimento ha mostrato una fortissima preparazione e dedizione alla causa e un fortissimo senso di giustizia”, ha concluso l’avvocato Verdoliva.