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Nuova udienza questa mattina dinanzi al collegio del Tribunale di Benevento, presieduto dalla dottoressa Rotili, per il processo nei confronti delle nove persone finite a giudizio in merito a un’inchiesta del 2017 eseguita dalla Dda di Napoli sul clan Sparandeo.

I fatti risalgono al periodo che va dal settembre 2016 a febbraio 2017. Dall’associazione per delinquere di stampo camorristico all’ipotesi di falso con l’aggravante del metodo mafioso: questi i reati contestati. Otto le persone chiamate in causa a vario titolo, con accuse e posizioni diverse. Imputati nel processo Corrado Sparandeo, 66 anni, Arturo Sparandeo, 41 anni, Gabriele De Luca, 35 anni, Maria Intorcia, 49 anni, Carmine Morelli, 63 anni, Stanislao Musco, 44 anni, Floreano Santamaria, 60 anni e Maurizio Zampino, 50 anni, tutti di Benevento. 

L’udienza di oggi era destinata all’esame degli imputati e in aula è comparso Stanislao Musco che ha risposto alle domande del Pm. Dopo la conclusione dell’esame dell’imputato, si è sentito un tonfo in aula e poi ci si è subito resi conto che l’imputato era crollato a terra. A questo punto la corte ha deciso per la sospensione. Immediata la chiamata al 118 per soccorrere l’uomo. Dopo l’intervento dei sanitari l’imputato è stato trasportato in ospedale per le cure.

Prossimo appuntamento in aula il 4 aprile per l’esame degli imputati Corrado Sparandeo e Gabriele De Luca. Impegnati nel processo, tra gli altri, gli avvocati Luca Russo, Antonio Leone, Gerardo Giorgione e Antonio Bruno Romano.

L’INCHIESTA

Un’inchiesta che si era concentrata su dei lavori di rifacimento e sistemazione di immobili a Benevento. Secondo gli inquirenti alcune persone avrebbero imposto il pizzo su questi immobili, con lavori a titolo gratuito nonché con l’obbligo di acquisto di materiale in determinati posti. Si parla di ipotesi di estorsioni ai danni dei titolari delle imprese che eseguivano i lavori (sia della città che esterni). Nel mirino dell’attività investigativa anche alcune vicende relative all’uso di un appartamento in via Quasimodo e al mancato pagamento di lavori e materiali. L’indagine è cominciata partendo da una verifica su alcune attività commerciali di Benevento. Intercettazioni telefoniche e ambientali hanno poi permesso di ricostruire i legami tra vari soggetti coinvolti.