La sanità, che monopolizza il bilancio delle Regioni, è il cuore delle indagini per la Corte dei Conti. E anche quest’anno, all’odierna inaugurazione dell’anno giudiziario in Campania, spunta un fluviale resoconto investigativo.
Uno dei principali filoni vede al centro l’Asl Benevento, quale presunta danneggiata. La relazione del procuratore regionale facente funzioni, Gianluca Braghò, fornisce “l’aggiornamento sull’indagine relativa alla gestione dell’emergenza pandemica da Covid 19 e riguardante l’indebita percezione di provvidenze pubbliche da parte delle cliniche private della Regione Campania per effetto di accordo, ritenuto illegittimo, intercorso in data 28 marzo 2020 tra la Regione e l’Aiop (Associazione Italiana Ospedalità Privata)”.
L’ufficio inquirente “ricorda, al riguardo, che l’intervento della Procura contabile ha scongiurato un danno da pagamento di prestazioni sanitarie mai rese né rendicontate pari ad oltre 40 milioni di euro (pari alle fatture emesse dalle cliniche per prestazioni di cura non rese) e si sta procedendo per il recupero di un danno, attuale e concreto – che residua all’esito dell’effetto conformativo – pari ad oltre 3 milioni di euro”.
È stato depositato, infatti, nel 2022 “atto di citazione per un importo di euro 220.000,00 in favore dell’Asl di Benevento nei confronti di un dirigente dell’amministrazione regionale campana e del legale rappresentante di una clinica privata aderenti all’accordo insistenti sul territorio della relativa provincia”. Per effetto “dell’integrale recupero del danno, acclarato dalle indagini delegate con supplemento istruttorio – specifica la relazione -, le altre istruttorie relative alle altre aziende sanitarie sono state invece archiviate con decreto tempestivamente notificato a tutti i soggetti invitati”.
Il rapporto tra servizio sanitario e centri privati è sempre scivoloso. Ma sono diversi i capitoli spinosi, a partire dalle gare d’appalto. “Un altro atto introduttivo del giudizio di responsabilità – spiega il procuratore regionale – è stato depositato per danno complessivo pari ad euro 3.874.248,49, preceduto da sequestro conservativo di pari importo attivato contestualmente all’invito a dedurre, derivante dalla condotta dolosa realizzata da dirigente dell’ASL NA1 preordinata a consentire procedure di affidamento senza gara e con prezzi superiori a quelli di mercato in danno dell’azienda sanitaria locale campana”.
C’è poi la vasta galassia della malasanità, relativa a “numerose vicende contenziose, comportanti esborsi risarcitori in favore dei pazienti o dei loro parenti, nascenti da fattispecie di colpa medica che sono denunciate dalle Aziende sanitarie e ospedaliere campane”.
Tra i tanti casi, si segnalano la citazione di un dirigente medico, convenuto per un “danno di euro 35.000,00 patito dall’Azienda sanitaria”. Il primario avrebbe “dimesso con diagnosi di colica renale un paziente avente una torsione testicolare e successivamente sottoposto ad orchiectomia dx, in quanto il testicolo si trovava in fase di necrosi avanzata, mentre la diagnosi non riconosciuta non poneva particolare difficoltà”.
Oppure il “danno di euro 54.033,61 imputato al dirigente medico radiologo che con colpa grave ha errato la refertazione dell’esame standard del rachide cervicale e dorsale, il sinistro sanitario ha interessato un paziente al quale è stata omessa la diagnosi delle fratture vertebrali”.