Salerno – Un confronto sull’ospedale di Vallo della Lucania. A chiederlo, in una nota ufficiale inviata ai sindaci del Cilento e Vallo di Diano, Ordine dei Medici, Ordine degli Infermieri, Codacons, Asl, vertici del Piano di Zona Salerno 8, Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, Asl e Tribunale per i diritti del Malato è stata la segreteria provinciale del Nursind.
L’atto aziendale dell’Asl Salerno, deliberato il 10 novembre 2016 con delibera aziendale numero 170, inquadra l’ospedale San Luca di Vallo della Lucania come DEA di I° livello e gli assegna una dotazione di posti letto pari a 322, attivati su Unità operative semplici, complesse e semplici dipartimentali.
Una questione su cui il Nursind intende fare chiarezza.
“All’epoca della pubblicazione di questo atto aziendale, i dirigenti aziendali, gli esponenti politici del territorio, come ovviamente gli operatori e gli utenti tutti, gioirono e qualcuno si vendette il risultato del riconoscimento di nuove Unità operative e il potenziamento di altre già attive. Dal novembre del 2016 sono trascorsi oltre 6 anni e delle nuove Unità operative assegnateci non si è visto nemmeno un letto. Sono restate tutte così com’erano, vale a dire solo servizi ambulatoriali a cui si accede con impegnativa o con cartella di Day Hospital”, hanno detto Biagio Tomasco e Adriano Cirillo, rispettivamente segretario territoriale e segretario amministrativo del Nursind. “A conti fatti mancano al nostro ospedale la bellezza di 61 posti letto corrispondenti alla somma dei 16 teoricamente assegnati alla Gastroenterologia, i 10 teorici della Oncologia, i 15 della Neurologia e ai 20 della Riabilitazione. In questi 6 anni trascorsi però è accaduto anche altro. Il personale medico e infermieristico è diminuito, la carenza di personale si incancrenita fino quasi a poterla definire strutturale. Questo ha costretto la Direzione sanitaria di presidio a ridurre i posti letto di alcuni reparti o, peggio, a doverne accorpare due e talvolta in un unico ambiente. In pratica, complici alcuni lavori di ristrutturazione in atto, in questo momento, sono attivi all’ospedale di Vallo della Lucania soltanto 200 posti letto. Perdiamo quindi praticamente 122 posti letto sui 322 teoricamente assegnati. Si tratta di 122 posti letto sottratti al nostro territorio che temiamo qualche altro ospedale e qualche altro territorio potrebbe raccogliere al volo, un po’ come accaduto per il centro Oncologico dell’ospedale civile di Agropoli”.
Il Nursind Salerno da tempo denuncia questa situazione. “Talvolta siamo stati definiti allarmisti, qualche altra volta siamo stati accusati di fare polemiche inutili. I numeri però non mentono mai. I numeri sono quelli appena estrapolati dalla situazione reale. L’Azienda non sta chiudendo niente. Vero. Non c’è un solo atto ufficiale che disponga la non attivazione dei nuovi posti letto, non c’è niente da parte dell’Asl che disponga la riduzione di posti letto o l’accorpamento di due o più Unità operative. Di fatto però ci stanno facendo spegnere lentamente, lo stanno facendo non garantendo le risorse umane necessarie al funzionamento delle strutture e dei servizi”, hanno continuato Tomasco e Ciriello. “Abbiamo gravissime carenze di medici in tutte le branche specialistiche, in particolare nei reparti di Chirurgia vascolare, Otorinolaringoiatria, Neurochirugia, Cardiologia, Anestesia e Rianimazione, Urologia, Centro trasfusionale, Medicina, Malattie infettive. In ogni reparto c’è carenza di specialisti e oltre a ciò annoveriamo la spaventosa carenza di personale Operatori socio sanitari che sfiora le 100 unità e la cui copertura ancora non ha avuto la benché minima programmazione. Lo stesso si dica per il personale di comparto, mancano ovviamente infermieri, tecnici di laboratorio, tecnici di radiologia. Tutto facilmente riscontrabile dalla montagna di ore di straordinario che mensilmente si è costretti a lavorare per mantenere a stento i minimi livelli assistenziali da garantire all’utenza e al territorio. Il colmo poi si raggiunge poi quando l’Azienda, attraverso un astruso calcolo matematico, basato a nostro parere su dati e parametri sbagliati, comunica che a Vallo della Lucania ci sarebbe un surplus di personale infermieristico di quasi 50 unità, tanto da voler tentare di sopperire alle carenze di altri ospedali e di altri territori, con il personale che qui sarebbe in avanzo. Il calcolo fatto, però, tanto era assurdo che non teneva conto innanzitutto dei servizi senza posti letto. I vertici aziendali non tenevano conto del fatto che anche nei servizi servono gli infermieri. Al laboratorio analisi, ad esempio, qualcuno deve fare i prelievi, così come al Centro trasfusionale. Ai day hospital, al servizio di Oncologia, in Emodinamica, e in ogni altro ambulatorio o servizio – anche senza posti letto – gli infermieri servono. Poi, abbiamo fatto notare che questo famoso calcolo era stato fatto basandosi sui posti letto superstiti. Vale a dire sui 200 che ad oggi sono sopravvissuti e che, qualora togliessero ancora personale, con molta probabilità diminuiranno ancora”.
In tutto questo, il Nursind, oltre a chiedersi che fine abbiano fatto i restanti sindacati, tanto di comparto quanto di categoria medica, continua a lottare e a fare domande sull’ospedale di Vallo della Lucania.
“La politica che fina ha fatto? Il solo Distretto 70 Vallo della Lucania-Agropoli, è composto dalla bellezza di 37 amministrazioni comunali, 37 sindaci e altrettanti consigli comunali. Abbiamo una comunità del Parco, la Conferenza dei sindaci, consiglieri regionali, senatori e parlamentari. Che fine hanno fatto? Nessuno che si preoccupi di cosa sta accadendo e accadrà all’ospedale San Luca, che pure continua a fare del proprio meglio fra mille difficoltà, ed enormi sacrifici, affrontate spesso “a mani nude”, con un’utenza giustamente esigente e bisognosa di trovare cure e assistenza adeguata. Nel solo ospedale lavorano, e quindi conoscono nel dettaglio i problemi qui soli accennati, la bellezza di sei o sette sindaci, nonché innumerevoli consiglieri comunali, senza voler nemmeno tentare di avere il numero dei sindaci medici di famiglia, dei primi cittadini medici che operano in cliniche private e altro ancora. Nell’aula magna dell’ospedale di Vallo della Lucania, pochi mesi fa si è tenuta una riunione della comunità dei sindaci, di cui poco o nulla si è saputo e per tanto poco o nulla si sarà detto. Insomma, questo nostro appello è rivolto essenzialmente a loro, alla politica del territorio, affinché si sveglino dal torpore, fra l’altro tipico cilentano, e facciano finalmente squadra al fine di tutelare i circa 100.000 cittadini che rappresentano, al fine di garantirgli una degna assistenza sanitaria”.