Il Comune di Vitulano e il suo sindaco Raffaele Scarinzi passano alle vie giudiziarie, dopo le dichiarazioni al vetriolo e le succesisve diffide già fatte giungere a destinazione nelle scorse settimane.
Quest’oggi la Giunta di Vitulano ha deliberato l’affidamento di un incarico legale (all’avvocato Luigi Goglia con studio a Milano) con annessa approvazione di una bozza di atto di citazione con il quale l’Ente comunale porterà in giudizio civile innanzi al Tribunale di Napoli – Sezione specializzata in materia di Impresa – L’Ente Parco Regionale del Taburno Camposauro ed il suo rappresentante legale pro tempore Costantino Caturano, in merito alla vicenda balzata agli onori delle cronache qualche settimana fa in occasione della trasmissione sulle frequenze della Rai del format tv ‘Il Provinciale’.
In quella circostanza, infatti, è nata una diatriba tra il sindaco Raffaele Scarinzi, logicamente in rappresentanza del Comune di Vitulano, e il presidente dell’Ente Parco del Taburno, Costantino Caturano, sul fatto che durante la trasmissione del programma Rai non era stato fatto corretto riferimento ai ‘marmi di Vitulano’.
“Il presente giudizio ha ad oggetto la lesione e l’usurpazione di pregi artistico-culturali in danno della comunità vitulanese e delle sue millenarie tradizioni, oltre che di segni identificativi e marchi di rilevante valore storico e imprenditoriale. – così viene riportato nell’atto di citazione del Comune di Vitulano – Ci si riferisce al noto segno “marmi di Vitulano”, che notoriamente e incontestabilmente contraddistingue i marmi caratteristici del territorio di Vitulano”.
“L’Ente Parco Regionale del Taburno Camposauro, e per esso il suo Presidente – prosegue a spiegare l’atto di citazione – hanno infatti, da qualche tempo, insistentemente cercato di accreditare (e per tale ragione diffuso) la nozione secondo cui i marmi utilizzati per la costruzione della Reggia di Caserta non provengano dalle cave di Vitulano, ma invece da quelle di Cautano. Inoltre, il relativo materiale lapideo è stato identificato non quale “marmo di Vitulano” (al più proveniente anche dalle cave di Cautano) ma invece quale “marmo di Cautano”.
A tal proposito il Comune di Vitulano negli atti giudiziari si è dichiarato “portatore di importanti interessi, anche di natura commerciale, che militano per l’adozione da parte di codesto Tribunale di una decisione che accerti e dichiari definitivamente l’illiceità del comportamento dei convenuti e che ne inibisca la prosecuzione, ripristinando la verità sul mercato e presso il pubblico in generale”.
Nell’atto l’avvocato Goglia in rappresentanza del Comune espone dettagliatamente in oltre trenta pagine di atto la lunga storia dei ‘marmi di Vitulano’, appuntando riferimenti storici ben precisi e dettagliati e passando poi ad enucleare ogni diritto presumibilmente violato da parte dell’Ente Parco Regionale del Taburno Camposauro, logicamente attraverso il suo presidente Costantino Caturano, sui quali diritti violati si dovranno pronunciare i giudici partenopei.
Pertanto, l’Ente comunale vitulanese ha adito la sezione specializzata del tribunale napoletano per “vedere accertato e dichiarato che le condotte dei convenuti di cui in narrativa costituiscono violazione dei diritti della personalità, dei diritti di marchio, di ditta e di ragione sociale, dei diritti alla protezione dei beni culturali e paesaggistici e dei diritti d’autore, come sopra individuati, in danno delle attrici (c’è anche la Hesperia Artis s.r.l.) e in ogni caso illecito generico ex art. 2043 c.c. nei confronti delle parti attrici”.
Ed ancora si è chiesto di “inibire i convenuti dall’ulteriore diffusione con ogni modalità (anche mezzo stampa, via internet e via radiotelevisione) di qualsiasi notizia e/o nozione e/o informazione falsa sulla riconducibilità dei “marmi di Vitulano” al territorio vitulanese e alla Reggia di Caserta e alla diffusione e/o utilizzo di marchi confondibili o dal valoredecettivo quali “marmo di Cautano” o simili, con previsione di una penale pecuniaria per ogni giorno di ritardo nell’ottemperanza e per ogni violazione in misura non inferiore a euro 500 o di ogni altra che sarà ritenuta di giustizia”.
Quindi, alla luce dell’accertamento richiesto il Comune di Vitulano ha inoltrato al Tribunale di Napoli la propria istanza per “vedere condannare i convenuti al risarcimento in favore degli attori dei danni patrimoniali in misura non inferiore a 50.000,00 euro o in quell’altra che potrà essere definita sulla base dalle risultanze di causa e dalle presunzioni che ne derivano, nonché dei danni non patrimoniali da liquidare in via equitativa in una somma commisurata al danno patrimoniale”.