Tempo di lettura: 2 minuti

Napoli – «Le occasioni di riflettere sui propri errori e di avere una seconda chance devono essere date a tutti, a prescindere da che si ci penta oppure no». Lo ha affermato il Garante delle persone private della libertà personale della Campania, Samuele Ciambriello, nel corso di un intenso incontro, nell’ambito del progetto ‘Parole in libertà’, che si è tenuto presso la Casa circondariale di Secondigliano tra i detenuti di Alta sicurezza – reparti ‘Ionio’, ‘Tirreno’ e ‘Ligure’ – e due familiari di vittime innocenti della camorra.

Bruno Vallefuoco, padre di Alberto, ucciso ‘per sbaglio’ insieme ai suoi due amici Salvatore e Rosario, e Giuseppe Miele, fratello di Pasquale, freddato perché si opponeva al pagamento del pizzo sulla loro azienda, hanno portato le loro testimonianze tra le mura del carcere, dando vita ad un confronto tra vittime e chi, in passato, è stato carnefice e si trova a scontare una pena detentiva.

All’appuntamento ha preso parte anche don Tonino Palmese, presidente della Fondazione Polis, che ha ricordato come «la bellezza salva il mondo, intendendo la bellezza come condivisione di amore e di dolore».

Così il Garante Ciambriello: «Chi si trova recluso deve avvertire la responsabilità; le famiglie che ha lacerato, la sua stessa famiglia che non si trova più a vivere…si deve chiedere come posso riparare. Del resto, è anche quello che afferma la riforma Cartabia, esprimendo il concetto di giustizia riparativa».

Domani, lo stesso incontro si terrà nella Casa circondariale di Poggioreale con i detenuti del reparto ‘Firenze’.