I presunti rapporti corruttivi con il Marocco sono al centro del mandato di arresto europeo per Andrea Cozzolino. L’europarlamentare del Pd, dopo il fermo in una clinica a Napoli in serata, sarà condotto al carcere di Poggioreale. Nell’ambito dell’inchiesta Qatargate, la magistratura belga gli contesta “contatti diretti” con Abderrahim Atmoun, ambasciatore marocchino a Varsavia. Il procuratore Michel Claise, nell’atto notificato dalla Guardia di Finanza, delinea quasi i contorni di una spy story.
Atmoun, infatti, “lavorerebbe a stretto contatto con i servizi di intelligence marocchini”.
“Durante un soggiorno a Bruxelles (03/06/2021) – si legge nel provvedimento -, il signor Atmoun sarebbe andato anche nell’appartamento del signor Cozzolino. In questa occasione avrebbe chiesto di parlare urgentemente con il ministro degli affari esteri marocchino che gli avrebbe affidato una missione relativa alle persone presenti nell’appartamento. Dagli elementi raccolti, sembra che Panzeri (presidente della Ong Fight Impunity, ex europarlamentare al centro delle indagini, oggi pentito, ndr), Giorgi (assistente di Cozzolino, ndr) e Cozzolino avrebbero ricevuto fondi direttamente dal sig. Atmoun”.
Il magistrato rammenta le cariche ricoperte dall’europarlamentare napoletano all’Eurocamera: presidente della delegazione per le relazioni con i paesi del Maghreb e l’unione del Maghreb arabo, co presidente della Commissione parlamentare mista Marocco-Ue; membro della commissione speciale sul sistema Pegasus, il software creato dalla società israeliana Nso, finito nel mirino per attività di spionaggio di massa. Secondo le indagini, nel giugno di un anno fa Cozzolino sarebbe andato “in Polonia per incontrare Atmoun. Nel corso dell’incontro, il suddetto avrebbe non solamente ricevuto un premio onorifico e una “cravatta”, ma avrebbe ugualmente discusso (o almeno avrebbe voluto discutere) della linea da seguire all’interno della commissione mista Ue-Marocco”.
Lunedì si dovrebbe tenere l’udienza di convalida per il politico campano.