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Panetto, fumo, polvere, vino bianco o nero, chilo di pane, fieno per il coniglio. Sono i più disparati nomi in codice usati dagli spacciatori e dai clienti per riferirsi alle dosi di droga. Cocaina, eroina, crak, kobret, hashish e marijuana smerciata tra Cerreto Sannita, Amorosi, Solopaca, Castelvenere, Puglianello, San Salvatore Telesino, svela l’inchiesta della Procura di Benevento. Questo è ciò che è emerso dalle intercettazioni dei carabinieri nell’ambito dell’operazione antidroga, che ha permesso di smantellare un gruppo di cinque persone: quattro sono finite in carcere, e una quinta ai domiciliari. A gestire il business Vincenzo De Rosa, 39 anni, Vincenzo Coppola, 42 anni, Salvatore Barbetta, 30 anni, Rosa De Rosa, 38 anni, di Telese Terme e Leucio Pacelli, 48 anni, di San Salvatore Telesino.

La richiesta di arresto del Pm del tribunale sannita Marilia Capitanio si fonda su una serie di elementi probatori acquisiti dai carabinieri di Amorosi e di Cerreto Sannita. Indagini partite dopo un furto perpetrato in un’abitazione ad Amorosi. Le forze dell’ordine, grazie all’acquisizione delle immagini dei sistemi di videosorveglianza di alcune attività commerciali nei pressi dell’abitazione, riuscirono a risalire alla sola autovettura che, la sera del furto, era transitata per quelle strade. Si trattava di una Alfa Romeo 147, in uso a Vincenzo De Rosa. Da qui, a seguito di una attività di intercettazione telefonica sull’utenza in uso a De Rosa e intercettazione ambientale sul veicolo in questione, è emerso un altro filone di indagine che ha permesso ai militari di scoprire una diffusa attività di cessione di droga sul territorio telesino. Un’attività investigativa che ha consentito ai carabinieri, nei mesi tra marzo e giugno 2021, di procedere a numerosi sequestri di droga nei confronti di alcuni soggetti che si rifornivano dagli indagati

Intercettazioni e retroscena del blitz dei carabinieri

Spacciavano a tutte le ore, rispondendo puntualmente a tutti i clienti. “Adesso te lo faccio… mezzo chilo di pane”, “va bene cinquanta chili, va bene?”. Queste le conversazioni con gli acquirenti. E ancora: “Vino nero, vino da tavola, vino bianco”, “la roba è quasi finita… la roba, quella ultima, è buona, così buona che è quasi finita”; “mi porti un po’ di fieno per il coniglio”; “preparami venti euro di Tum”. L’abitazione di De Rosa, secondo gli inquirenti, costituiva evidentemente la base logistica per la detenzione e per l’esecuzione di tutte le operazioni propedeutiche alla cessione a terzi. Infatti, a seguito di perquisizione presso l’abitazione dell’indagato, venivano rinvenuti gli strumenti solitamente utilizzati per la suddivisione in dosi e il confezionamento dello stupefacente. Secondo gli inquirenti è emerso che l’indagato fosse diventato uno dei principali referenti sul territorio telesino per quanto concerne lo spaccio di stupefacenti, avvalendosi sia di “collaboratori” per la consegna di una fitta rete di acquirenti, sia di componenti del nucleo familiare anche allargato, come la convivente, il cognato e finanche il figlio minorenne (all’epoca dei fatti aveva 13 anni), tutti coinvolti a pieno titolo nell’attività di spaccio. Cessioni che avvenivano nei comuni della Valle Telesina e la sostanza veniva consegnata o “da un ragazzo con la Ford Fiesta di colore azzurrina” (una persona che svolgeva il ruolo di corriere), oppure in altre occasioni era l’acquirente a recarsi nei pressi dell’abitazione di De Rosa, la consegna in questi casi avveniva per mano “di zingare di sesso femminile e bambini”. 

Le ulteriori conversazioni intercettate sul numero di De Rosa hanno permesso di ampliare il novero di coloro che si rifornivano dall’indagato. Dialoghi dai quali si è scoperto, nonostante l’utilizzo di linguaggio criptato (con termini in lingua sinti), gli accordi sul quantitativo, il luogo e le modalità di scambio della droga. Inoltre, il 12 aprile 2021 i carabinieri di Cerreto Sannita, a seguito dell’ascolto di conversazioni tra un acquirente e De Rosa per l’acquisto di sostanze stupefacenti, procedevano a un controllo dell’acquirente in prossimità di Amorosi. Dalla perquisizione veniva rinvenuta, all’interno della tasca sinistra del giubbotto del soggetto circa due grammi di marijuana. Ad ulteriore conferma che lo stupefacente, trovato in possesso dell’acquirente, gli fosse stato ceduto precedentemente da De Rosa, vi è la circostanza che l’uomo, appena uscito dagli uffici della Pg, richiamava De Rosa sollecitandolo, con una certa insistenza, di scendere in strada “per domandargli una cosa“, verosimilmente con lo scopo di avvertirlo del controllo subito.

Interrogatorio di garanzia per le quattro persone finite in carcere 

Questa mattina, intanto, si è svolto l’interrogatorio di garanzia per gli arrestati, difesi dagli avvocati Giuseppe D’Agostino, Antonio Leone e Angelo Riccio. I quattro uomini finiti in carcere si sono tutti avvalsi della facoltà di non rispondere, mentre è stato fissato per inizio settimana prossima l’interrogatorio della donna finita agli arresti domiciliari. 

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