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Provengono da Kiev, Dnipro, Kherson, Kharkiv, Zaporizhzhia e, una volta arrivati in Italia, hanno subito chiesto di poter incontrare Papa Francesco. Sono i trentuno minori presenti questa mattina in Aula Paolo VI per l’udienza papale, ospiti della diocesi italiana di TeggianoPolicastro (Salerno) da lunedì 9 gennaio. Alcuni di loro hanno perso i genitori in guerra, altri non li vedono da mesi perché fatti prigionieri.
Con i bambini – riporta l’Osservatore Romano – sono arrivate anche cinque educatrici ucraine, due delle quali hanno visto i propri mariti finire nelle mani dell’esercito russo. Una delle due donne ha consegnato al Papa un elenco delle persone catturate. E il Pontefice, portando dapprima il foglio sul proprio cuore, ha assicurato la sua preghiera.
A spiegare l’iniziativa intrapresa dalla diocesi campana è don Martino De Pasquale, direttore della Caritas locale e parroco di Postiglione, in provincia di Salerno. I ragazzi trascorreranno un periodo di vacanza – fino a domenica prossima 22 gennaio – nella diocesi che ha aderito a un programma di solidarietà promosso dalla Caritas italiana in collaborazione con il ministero del Lavoro, che prevede appunto l’accoglienza e l’accompagnamento dei minori ucraini.
Li abbiamo portati a vedere le bellezze naturali del nostro territorio, gli scavi di Pompei, le grotte di Pertosa e i templi di Paestum“, confida don Martino facendo presente come, seppur per un periodo limitato di tempo, questi ragazzi “sono tornati a correre, a giocare, a scherzare e ridere, ritrovando quella gioia ormai persa da mesi“. E poi, aggiunge, “alla notizia che avrebbero incontrato il Papa e avrebbero fatto una foto con lui si sono commossi“.
Un’altra iniziativa, rappresentata anch’essa stamane all’udienza generale in Sala Nervi, parla di un aiuto economico al popolo ucraino. “Quando Francesco nell’omelia della messa del 25 dicembre disse ‘Dio non vuole apparenza, ma concretezza. Non lasciamo passare questo Natale senza fare qualcosa di buono’, come comunità parrocchiale ci siamo subito sentiti chiamati in causa“, dice sempre all’Osservatore Romano don Giuseppe Ditolve, parroco di San Giuseppe Lavoratore a Pisticci Scalo, in provincia di Matera.
Ha così voluto descrivere la motivazione che ha dato il “la” alla raccolta di un sostegno economico di solidarietà per il popolo ucraino. La toccante iniziativa ha visto la piena partecipazione dell’intera comunità, racconta don Ditolve, il quale quest’oggi ha consegnato direttamente nelle mani del Pontefice il contributo. Il parroco poi spiega come “nel momento in cui ho proposto di donare la questua della messa della notte e del giorno di Natale per il popolo e in particolare per i minori ucraini la risposta è stata totale“. La speranza per i bambini, per gli adolescenti e i ragazzi del martoriato Paese, aggiunge, è che presto possano tornare a sorridere.