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Napoli-Juve è già cominciata, almeno 24 ore, davanti a microfoni e telecamere. Le due conferenze stampa dei due allenatori hanno arricchito la sfida di ulteriore pepe, con un botta e risposta d’altri tempi. Nessuna indicazione sulle due formazioni di partenza, pochi spunti in merito allo sviluppo del gioco, ma il tentativo di dribblare il ruolo di favorita della sfida. Massimiliano Allegri e Luciano Spalletti sono due allenatori che non le mandano mai a dire. Due genuini, due uomini di campo che però hanno un approccio al lavoro ed una mentalità diversa. Il primo, toscano di Livorno, bada soprattutto alla concretezza, la massima esaltazione del concetto del “corto muso” sublimata dalle otto vittorie consecutive senza subire gol. Il secondo, toscano di Certaldo, vuole comandare il gioco, badando soprattutto alle proprie iniziative piuttosto che concentrarsi sui punti di forza dell’avversario.

Il primo a cominciare è stato Massimiliano Allegri, spostando la pressione su chi comanda la classifica con 7 punti di vantaggio sulla seconda: “Non sarà una partita decisiva, ma è molto più importante per loro. Possono girare a 50 punti, fin qui hanno perso un solo incontro. Normale che siano i favoriti per la vittoria, la classifica dice che sono i più forti”. La risposta di Spalletti non si è fatta attendere: “Capisco che per Allegri sia conveniente camuffarsi da comprimario, ma per una Juve sempre imbottita di campioni è impossibile nascondersi dal ruolo di favorita. D’altronde, certi investimenti si ripagano soltanto vincendo lo Scudetto o la Champions. La vedo inutile mettersi il capello o la barba finta, non c’è quarto posto che soddisfi la Juventus”.

Già l’anno scorso, al termine della sfida di andata, i due si erano beccati a fine partita. Ed entrambi sono tornati a metterla sul piano personale: “Luciano è il più bravo a insegnare e allenare – ha commentato Allegri – sfidarlo è sempre un piacere. Lo aveva dimostrato già a Roma e a Milano, poi per quanto è buffo e divertente può capitare che litighiamo ma ciò non toglie nulla alle sue capacità. Io ho vinto di più? Sì, ma faccio l’allenatore per sbaglio”. “Io buffo? – rimarca Spalletti – Non lo so, sicuramente lui è il più bravo di tutti, lo dice il palmarés. Bisogna vedere quello che ha vinto uno in carriera e mi inchino di fronte al suo palmarés. Non ho confronti con lui, lui è tra quelli che mi sta sopra ed io debbo inchinarmi a lui”.