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Sulle vicende di stretta attualità politica intervengono con una nota stampa i referendi della Lega Luigi Bocchino (coordiantore provinciale) e Alberto Mignone (segretario della sezione di Benevento). Scrivono i due esponenti del partito di Salvini:

“I regali della befana. A questa figura, molto affine al simbolo del capoluogo della nostra provincia, sono legati i sogni della fanciullezza. Chi prima o chi dopo ha scoperto che era un personaggio di fantasia e restava deluso, ma era il segno che era entrato nel mondo “dei grandi”. Accomunando nei ricordi anche Babbo Natale, qualcuno, in questi giorni, leggendo i giornali (non tutti in verità) ed ascoltando resoconti radiofonici e televisivi, ha pensato di essere tornato al periodo dell’infanzia. Personalità di primo piano nel panorama politico cittadino e provinciale (e anche loro stretti congiunti), che partecipano a concorsi pubblici banditi da enti con i quali hanno, giocoforza, ravvicinati contatti e ne escono vincitori, figli di assessori in carica che vengono assunti da società con le quali gli stessi hanno quotidiani confronti (a volte persino aspri) come si evince da foto e articoli divulgati sui social e su riviste cartacee ed online, sette consiglieri comunali di maggioranza che sembrano riottosi alla linea dell’amministrazione di cui fanno parte e che stigmatizzano i comportamenti dei medesimi assessori, ponendosi sotto l’ala protettrice del consigliere regionale che di quella maggioranza pure dovrebbe essere punto di riferimento, che se ne fa subito paladino chiedendo un immediato cambio di passo e addirittura un rimpasto della compagine assessoriale, salvo ripensamenti una volta che il titolare delle loro sorti tornerà nella madre patria e li farà rientrare nei ranghi. Vuoi vedere che ora ci vorranno far credere che la befana esiste? Certamente si tranquillizzino i permalosi di turno, pronti a ergersi a vittime date in pasto all’opinione pubblica: se vi siano o meno illegittimità lo stabiliranno gli organi competenti se interessati da chi si sentisse penalizzato. Il ragionamento che a noi preme è esclusivamente di carattere politico perché si avverte una deriva morale che allontana sempre più il cittadino dalle Istituzioni e dalle urne, alimentando una disaffezione verso la politica che oramai viene declinata solo in termini negativi. E come dargli torto? Chi riviste ruoli pubblici nel periodo in cui è in carica dovrebbe sacrificare, anche ingiustamente se vogliamo, ambizioni proprie di carattere lavorativo. Ne va della salvaguardia della credibilità attuale e futura delle Istituzioni stesse che, pro-tempore, rappresentano. Sono parti di un meccanismo sociale che non può essere messo a repentaglio da banali sortite che portano a scivolare sulla classica buccia di banana. E’ questo quello che a noi interessa: il ritorno ad una trasparenza di comportamenti ed alla premialità della meritocrazia che non sia messa in discussione da appartenenze partiche ovvero dal ricoprire incarichi di potere amministrativo. Chi non è in grado di comprenderlo o preferisce non comprenderlo trincerandosi dietro l’affermazione che non c’è nulla di male in quello che ha fatto, dovrebbe avere il civico coraggio di rassegnare le dimissioni dall’uno o dall’altro incarico, perché il messaggio che sta alimentando è diseducativo soprattutto in momenti di crisi di valore e di grande paura per le sorti finanziarie personali e nazionali come quello attuale. Per altro come si fa a non mostrare resipiscenza nonostante i colpi del fuoco, ad oggi, amico? E ancora, queste vicende consentiranno al Comune capoluogo ed all’ente Provincia di governare con serenità nell’interesse della collettività? La Lega, in ogni caso, resterà vigile e sarà sempre impegnata ad impedire e a denunziare all’opzione pubblica indecorosi spettacoli del genere da chiunque provengano perché la propria missione non la baratterà mai”.