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Notizia di queste ore, dopo la rimozione dell’ormai ex ministro dell’Ambiente, il tunisino Mustapha Aroui, arriva anche la condanna con altri tre imputati a tre anni di carcere dal Tribunale di Tunisi. Condannato anche un ex funzionario del ministero a dieci anni di carcere. “Uno scandalo questo dei rifiuti partiti dalla Campania che nessun consigliere mi ha aiutato a portare alla luce e a denunciare, fui lasciata sola – denuncia il consigliere Maria Muscaràora arrivano le condanne in Tunisia, mentre in Italia ancora si dorme. Il ministro che subito fu “deposto” adesso si fa tre anni di carcere. Invece in Regione Campania, dove i dirigenti che dovrebbero occuparsi del corretto iter di esportazione rifiuti, lautamente pagati per questo, non sanno neanche mettere in atto la procedura corretta, tutto tace. Guai a dire a questo punto che la Tunisia abbia fatto meglio dell’Italia, molto velocemente ha trovato i colpevoli e concluso l’iter giudiziario. Qui in Italia passeranno anni prima di scoprire chi ha “distratto” i dirigenti regionali, tanto da farli perdere nella procedura che era ben consolidata. Per ora sappiamo solo, da notizie riportate dai giornali, che a risultare indagati sono il dirigente Antonello Barretta, oggi direttore generale del Ciclo integrato delle acque e dei rifiuti, che aveva autorizzato la Sra di Polla a spedire i container ricolmi di pattume dall’altra parte del Mediterraneo, e l’architetto Vincenzo Andreola, funzionario regionale che seguì l’intera procedura. Io voglio andare fino in fondo, certa che, anche questa volta i miei colleghi in consiglio, non appoggeranno le mie richieste di riportare giustizia anche in questa Regione come ci hanno insegnato in Tunisia”.