Il 2023 non sarà l’anno durante il quale le famiglie campane potranno vedere il rientro della curva dei prezzi alzatasi nel 2022 a causa di una inflazione galoppante, tornata a livelli mai toccati dagli anni ’70. Una rincorsa verso l’alto che non accenna ad arrestarsi ed è impossibile stabilire se e quando si arresterà.
Gli effetti della spirale inflattiva si riverbereranno sulle famiglie ancora per tanto tempo e l’anno appena iniziato non sarà affatto facile da affrontare, anzi forse sarà ancora più complicato di quello appena concluso.
Per il Codacons il totale degli incrementi delle voci di spesa per una famiglia-tipo sarà di circa 2500 Euro nell’arco dell’intero anno, quindi con una media di incremento di circa 200 Euro al mese in più da spendere.
Il carrello della spesa è decisivo in questo aumento di esborso. Il costo del cibo sta toccando livelli impensabili. L’incremento è di circa il 12% mensile. L’aggravio di spesa previsto sull’anno è di oltre 500 Euro. Leggermente più basso ma su quei livelli, circa 490 Euro annui, è l’aumento della spesa familiare per i trasporti, siano essi pendolari o per turismo o affari. Anche le compagnie telefoniche stanno aggiornando i propri listini adeguandoli al rialzo e, quindi, l’aumento annuo è previsto intorno ai 30 Euro. Così come salirà il premio delle assicurazioni per le autovetture. C’è poi il netto rincaro dei mutui, mai così marcato negli ultimi 20 anni con gravi conseguenze per chi ha stipulato muti a tasso variabile che deve calcolare un aumento annuo di circa 1250 Euro.
Non manca mai la fiscalità con l’aumento previsto per tutte le tasse locali a partire dalle addizionali regionali per finire ai tributi comunali.
A chiudere un quadro che certamente roseo non è ci pensano le bollette delle utenze indispensabili: acqua, luce, gas. Su questo fronte è addirittura impossibile prevedere la curva del rialzo dei costi per le famiglie. Per alcune associazioni di consumatori una spesa media annua è quantificabile, solo per luce è gas intorno ai 3.200 Euro.
In tutto questo marasma di aumenti del costo della vita, l’unico indice che non ha subito e per cui non è prevista una variazione al rialzo è quello degli stipendi ed in generale della retribuzione del lavoro con una stabilità ormai ferma da anni che determina l’allargamento della forbice di povertà tra la popolazione italiana.