Una squadra demotivata, gli infortuni e una forma fisica precaria. Di situazioni da sistemare, Fabio Cannavaro ne ha dovute affrontare effettivamente parecchie. Dopo aver ereditato da Fabio Caserta un organico frutto dei tanti equivoci estivi, non ultimo il cambio di modulo a pochi giorni dalla chiusura del mercato, il campione del mondo si è dovuto rimboccare le maniche per rimettere insieme i cocci.
Nonostante una condizione fisica più brillante, come ammesso dallo stesso tecnico, e un’infermeria che, seppur lentamente, è andata svuotandosi, il Benevento è rimasto intrappolato in atavici problemi di natura psicologica. Entrare nella mente dei calciatori non è missione semplice e fino ad ora Cannavaro non è riuscito a trovare la crepa giusta per abbattere il muro di ansie e timori che condizionano la Strega. Troppe volte i giallorossi sono incappati in pericolose e inspiegabili retromarce, dopo aver dato la sensazione di potersi finalmente lasciare alle spalle il periodo complicato.
Spetterà proprio al pallone d’oro trovare le necessarie soluzioni per permettere al Benevento di vivere un girone di ritorno con minori patemi e maggiori soddisfazioni. Accontentato sul ritiro (si andrà a Roma dal 4 all’11 gennaio) e con un mercato che, si spera, gli consegnerà qualche rinforzo, adesso è lecito attendersi qualcosa in più dallo stesso allenatore.
Servirà un cambio di passo, perché la media è rimasta pressoché invariata rispetto al predecessore. Caserta, prima dell’esonero post Brescia, aveva raccolto 7 punti in 6 giornate (1,16), mentre Cannavaro è riuscito a metterne insieme 15 in 13 turni (1,15). Il cambio di passo, in sostanza, non c’è stato. Proprio questo è quello che si chiede al tecnico, nelle cui qualità la società di via Santa Colomba ha dimostrato di credere, rispedendo al mittente le dimissioni rimesse sulla scrivania dopo il pari di Bolzano con il Sudtirol.
È mancato quell’effetto benefico avuto, ad esempio, da un altro campione del mondo: Alberto Gilardino. In un campionato “mangia allenatori”, ben tredici società hanno cambiato guida tecnica, l’ex attaccante è riuscito a guadagnarsi la conferma sulla panchina del Genoa portando in dote una media di 2,5 punti nei quattro incontri disputati dopo la separazione con Blessin.
Una scossa è riuscita a darla anche D’Angelo al suo amato Pisa, nonostante la decisione estiva di preferirgli Maran. Il tecnico di Pescara sta facendo nuovamente sognare l’Arena Garibaldi con i suoi 2,08 punti di media in tredici giornate. L’avvicendamento in panchina ha, senza dubbio, giovato al SudTirol, rinato sotto la guida di Bisoli (1,63), mentre il Venezia ha solo iniziato a raccogliere i frutti della cura Vanoli (1,57). A Como, Longo si è scontrato con tante difficoltà ma, nonostante questo, è comunque riuscito a portare i lariani a tenere una media di 1,46 punti in tredici turni.
Non tutte le ciambelle, si sa, riescono col buco. Cannavaro non è il solo allenatore subentrato a tenere un “andamento lento”. L’ultimo giustiziere Castori (1,19) solo ora sta raccogliendo i frutti del suo lavoro, dopo essere stato esonerato e poi richiamato. Peggio dell’allenatore giallorosso sta facendo De Rossi alla Spal, sedotto e abbandonato dalla Strega, “Capitan Futuro” viaggia a una media precisa di un punto a giornata. Ternana e Cosenza ancora non si sono giovate degli arrivi di Andreazzoli (0,80) e Vanoli (0,75), mentre Aglietti e Ranieri hanno da poco sposato le cause di Brescia e Cagliari.
Una serie B, insomma, che non si sta certamente dimostrando benevola con gli allenatori. Spetterà a Cannavaro, adesso, invertire il trend e dimostrare al Benevento di aver fatto bene a puntare su di lui.