NAPOLI – E’ possibile che all’aumento dell’Irpef dello 0,1% che scatterà il primo gennaio del 2023 non seguirà automaticamente un altro dello stesso peso per il 2024, così come da accordo con il governo centrale sottoscritto in occasione del Patto per Napoli.
Lo ha annunciato il sindaco Gaetano Manfredi, a margine dell’ultimo consiglio comunale dell’anno con all’ordine del giorno il bilancio consolidato. “Stiamo valutando di scaglionare quest’aumento – ha spiegato Manfredi – Per il 2023 l’Irpef aumenterà dello 0,1% come da impegno preso, ma per l’ulteriore aumento previsto nel 2024 valuteremo assieme alla maggioranza anche perché, affidata la gara per la riscossione, vedremo che frutti porterà”.
Il ragionamento è riassumibile in questo modo: se la riscossione migliorerà abbastanza da scongiurare ulteriori aumenti, l’Irpef sarà congelato. “Cercheremo di gravare il meno possibile sui cittadini” ha detto Manfredi.
Il quale, a proposito di tasse, ha confermato l’aumento di 2 euro sull’addizionale comunale per gli imbarchi da Capodichino e ha annunciato che, se ne sarà aumentata un’altra, sarà quella di soggiorno per i turisti che arrivano in città. “Finora, con questa tassa, il Comune incassa tra i 10 e i 15 milioni l’anno. Ma noi stiamo pensando di adeguarla ai livelli di Firenze e delle altre grandi città d’arte. Ormai Napoli è nel novero delle grandi mete turistiche e il Comune si deve far carico di costi aggiuntivi per ospitare adeguatamente tante persone”.
A proposito dell’approvazione del bilancio consolidato, il primo cittadino ha poi voluto sottolineare un aspetto positivo: “Tutte le partecipate del Comune hanno approvato i loro bilanci, e questa è una precondizione essenziale affinché si possano garantire ai cittadini i servizi di cui hanno bisogno. Ci auguriamo, poi, che nel 2023 si possano vedere i frutti dei tanti fondi che abbiamo recuperato sia dal Pnrr che da altri fondi. Igiene urbana, manutenzione stradale e trasporti sono i tre fronti su cui puntiamo maggiormente”.
Anche l’assessore al bilancio Pier Paolo Baretta si è detto soddisfatto: “Le partecipate sostanzialmente godono di buona salute sul piano finanziario. Il 2023 sarà l’anno della loro riorganizzazione complessiva”.