NAPOLI – Ci vorrà ancora un anno per conoscere con esattezza la destinazione futura di Palazzo Fuga, vale a dire l’Albergo dei Poveri, la più grande costruzione del Settecento che si affaccia su piazza Carlo III.
L’ha spiegato in consiglio comunale l’assessore all’urbanistica Laura Lieto, dopo aver illustrato il cammino con il quale si arriverà a quella scelta fatidica. Da anni, infatti, il palazzo ideato da Fuga è al centro di varie ipotesi di utilizzo. Tutte, però, ferme al palo. Dare una nuova vita ai 150mila metri quadrati dell’edificio è una scommessa che hanno perso parecchie amministrazioni comunali. Ma che ora è di nuovo rilanciata dalla giunta Manfredi perché ci sono 100 milioni di finanziamento targati Pnrr sul piatto.
“Una cifra – ha chiarito la Lieto – che potrà permetterci di intervenire solamente su parte dell’edificio. Del resto, esso ha livelli diversi di conservazione e di fruibilità”. Il primo step che si deve rispettare per mettere in campo l’intervento è quello di fine gennaio che prevede la presentazione di un piano di fattibilità. Questo, quindi, è il momento di raccogliere le idee che potranno caratterizzare il futuro dell’immobile.
“Una interlocuzione pubblica è iniziata lo scorso 14 dicembre e deve rientrare nell’indirizzo voluto dal sindaco che si può spiegare con due parole: giovani e cultura – ha dichiarato l’assessore Lieto – In particolare, la visione dell’amministrazione prevede sia attività permanenti che temporanee. Palazzo Fuga è una città nella città che deve rivivere”.
Lo dovrebbe fare con la supervisione anche di un pool di esperti: si tratta di Ricky Burdett, Jean Louis Missika, Adrian Ellis e Ferruccio Izzo. Basteranno per vincere la scommessa? Non più tardi di un anno fa, all’epoca del Governo Draghi, fu la ministra Mara Carfagna a lanciare una sorta di concorso delle “cento idee” per Palazzo Fuga. Così, in consiglio comunale, è tornata ad aleggiare l’ombra di un passo indietro anziché in avanti. Del resto, la riqualificazione dell’Albergo dei Poveri si interseca anche con quella di tutta l’area circostante che da sempre attende una sua definizione completa: la scommessa è solo raddoppiata.