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A Modena è arrivato il punto numero 15 della gestione Cannavaro, il settimo nel giro di dieci giorni. Il Pallone d’oro deve aver capito che in serie B la continuità conta più di ogni altra cosa, dal momento che ieri la sua Strega non si è preoccupata di osare. Passato lo spavento iniziale, sventato dal rigore parato da Paleari a Diaw e dal palo colpito da Tremolada, i giallorossi hanno trovato il vantaggio con un bel guizzo di Acampora, preferendo tuttavia la gestione all’idea di assestare il colpo del ko. Una scelta, quella di abbassare il baricentro, che il Modena ha sfruttato alla prima occasione per rimettere il match sui binari dell’equilibrio.

Proprio Cannavaro ha definito la prestazione un “passo indietro” sul piano del gioco, facendo riferimento soprattutto ai lanci lunghi che si sono persi nel deserto del reparto offensivo. In quella zona del campo prima Forte e poi Simy hanno letteralmente brancolato nel buio: nessuna conclusione in porta,  trenta palloni toccati in due, in minima parte all’interno dell’area di rigore. In attacco il Benevento è stato ancora una volta abulico, inconsistente e privo di spunti, fatta eccezione per l’efficace azione personale di Acampora, episodio quanto mai isolato. 

Quello del centrocampista partenopeo, vero regista dei giallorossi nel match del Braglia, è stato l’unico tiro indirizzato nello specchio difeso dall’inoperoso Gagno. L’ex Spezia ha giocato le due frazioni in ruoli differenti, agendo nel primo tempo sulla trequarti come partner di Tello e arretrando il raggio d’azione nella ripresa, in favore di Improta. Sempre nel vivo dell’azione, ha messo in mostra tuttavia una prestazione altalenante con scarsa precisione nei passaggi (68%) e ben 19 palle perse, a fotografare la confusione che lo aveva anche portato a propiziare in modo maldestro l’azione del rigore. 

Tesser ha provato a imitare quanto fatto dal Cittadella nel turno precedente, alzando il pressing per non dare fiato alla cabina di regia giallorossa. La mossa, almeno in termini prestazionali, ha pagato i suoi dividendi abbinata alla ‘giornata no’ di Schiattarella e Viviani, alternatisi al comando delle operazioni a centrocampo. Sottotono il napoletano, involuto il bresciano, che risulta oltre modo penalizzato dal lungo infortunio. Non ha mai verticalizzato, limitando la sua azione a un fraseggio sterile quanto timido. Insieme, i due registi, hanno giocato la palla quasi quanto il solo – incontenibile – Tremolada (66 passaggi del modenese contro i 70 dei due sanniti), numeri che parlano chiaro sulla loro incidenza nell’economia della partita. 

Le indicazioni più importanti per Cannavaro sono comunque arrivate dalla trequarti, dove in assenza di Ciano e Farias latitano l’estro, il dribbling e la velocità di pensiero, fattori fondamentali per creare l’agognata superiorità numerica. Tello avrebbe bisogno di un sostegno diverso, e in questa direzione vanno definite poco confortanti le risposte arrivate da Kubica, che in venti minuti non è riuscito a trovare la giusta posizione né a riempire l’area, fermato dai difensori avversari ben otto volte sulle dodici in cui è entrato in possesso del pallone. Il polacco, che aveva già palesato difficoltà negli spezzoni di gara giocati in precedenza, esce notevolmente ridimensionato dalla trasferta emiliana. Cannavaro sta provando a plasmarlo per cucirgli addosso l’abito migliore, ma al momento la rifinitura non sembra essere affatto nelle sue corde. 

In una giornata transitoria come tante nel campionato di serie B, quello di Modena è un pareggio che può far comodo per diverse ragioni: muove la classifica, dà morale e consente al tempo stesso ad allenatore e dirigenza di prendere appunti preziosi. Dopo l’ultimo impegno del 2022 contro il Perugia (al Vigorito, nel giorno di Santo Stefano), si aprirà di fatto il mercato invernale. Una finestra che sarà in ogni caso vitale per Cannavaro, al di là di quelle che sono le idee in cantiere da disegnare sul campo nel ritiro già annunciato. Che si scelga di continuare a battere la strada del 4-3-2-1 o di completare la metamorfosi con obiettivo 4-3-3, il suo modulo prediletto, qualcosa bisognerà infatti concludere per risollevare un attacco altamente improduttivo. Con la mortificante media di meno di un gol a partita (0.94) il reparto offensivo giallorosso è infatti il terzultimo del torneo cadetto, davanti soltanto a Cittadella e Perugia.