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Alessandro Marotta sta per tuffarsi in un’altra seduta di allenamento, allaccia gli scarpini e prova a guardare avanti come è abituato a fare. Adesso guida l’attacco della Viterbese con cinque gol in un avvio di stagione pieno di difficoltà. I laziali sono penultimi nel girone meridionale di serie C, contesto che il “Diablo” conosce come le sue tasche. Toccherà a lui risollevarli in una categoria che sa rendersi spudoratamente sgradevole. Quattro le promozioni conquistate con le maglie di Spezia, Vicenza, Modena e Benevento, l’esperienza e la scaltrezza non gli mancano. Settantotto presenze all’ombra della Dormiente, 21 gol e 8 assist in due parentesi tra il 2012 e il 2016. Anni intensi, vissuti da vero idolo della tifoseria, stagioni che trasudano gloria e rammarico.

Avendo raccolto soddisfazioni sia al Vigorito che al Braglia, l’attaccante napoletano nell’ottica del confronto diretto di domenica è da considerarsi un doppio ex. “Quello che mi ha lasciato Benevento non l’ho trovato da nessun’altra parte nella mia carriera”. 
Quanto le è dispiaciuto non aver giocato la B con il Benevento?
“Sarebbe meglio non parlarne, sto ancora rosicando. Dopo quella splendida promozione speravo in un’opportunità tra i cadetti ma mi fu detto che non sarei più rientrato nei programmi societari”. 
Nessuno però può sottrarle l’ingresso tra i cosiddetti ‘immortali’.
“Assolutamente, tutti ricordano cosa fu in grado di compiere quel gruppo granitico. Un’impresa monumentale, la gente impazziva per noi. Ripenso a quei momenti e mi sento bene, provo ancora emozioni forti”.
Qual è il suo gol più bello con la Strega, lo ‘scorpione’ a Messina?
“No, scelgo quello segnato nel derby contro l’Avellino nel mio primo anno. Vincemmo al Partenio 2-0 sotto un diluvio incredibile, l’altro gol lo firmò Marchi. Esultare sotto quel settore fu un momento da brividi”. 
Ha conservato amicizie nel Sannio?
“Tantissime, sia extra-calcistiche che in società. Sento spesso il club manager Alessandro Cilento, certe avventure ti restano appiccicate addosso per sempre, cementano i rapporti”
A Modena invece la scorsa stagione in C tanta sfortuna.
“Un’annata maledetta sul piano personale. Il grave infortunio al piede mi ha tenuto fuori per gran parte del campionato, ma conservo il ricordo di un pomeriggio indimenticabile con una gioia pazzesca sul campo”. 
Quale?
“La doppietta alla Lucchese, da 0-1 a 2-1 tra l’89’ e il 95′. Eravamo solo all’inizio ma a maggio quei tre punti sarebbero risultati determinanti per il primo posto, dunque per la promozione diretta in serie B”.
Ed eccoci in B, appunto. Domenica c’è proprio Modena-Benevento. Sensazioni?
“La classifica dice che è uno scontro diretto ma nessuno si sarebbe aspettato di vedere il Benevento così in difficoltà. Sono sicuro che mister Cannavaro ne uscirà bene, farà sì che la squadra possa risalire la classifica. Basta dare uno sguardo ai nomi, i giocatori di spessore ci sono in tutti i reparti”.
Il Modena invece è dove dovrebbe stare?
“La proprietà è ambiziosa come quella del Benevento, ma questo non può che essere un anno di assestamento per i canarini. Il mercato è stato condotto in maniera ottimale, il reparto avanzato è nutrito e l’obiettivo salvezza risulta ampiamente alla portata. Il Modena può essere una squadra molto fastidiosa, va affrontata con il piglio giusto. Del resto il campionato di B insegna che avversari semplici non ce ne sono. Altro che frasi fatte, si può perdere davvero contro chiunque”. 
A proposito di ambizioni, il presidente Vigorito ha detto che si sarebbe aspettato una risposta più decisa da parte del pubblico.
“So cosa possono dare i tifosi del Benevento, l’ho provato sulla mia pelle più e più volte. L’energia che trasmettono fa la differenza contro qualunque avversario, non devono perdere l’entusiasmo. A loro consiglio di stare sempre vicini alla squadra al di là del risultato, perché i momenti di difficoltà si superano sempre e soltanto insieme. E poi quando i giocatori sentono la fiducia danno sempre qualcosa di più, è qualcosa di fisiologico”.