Sono stati gli agenti della Polfer di Pisa, impiegati in uno dei consueti servizi di scorta viaggiatori a bordo di un treno, ieri sera a individuare Michele Mazzarella in prossimità della stazione ferroviaria pisana. Una volta identificato hanno avvertito la squadra mobile e lo hanno fatto scendere alla stazione per approfondire gli accertamenti in questura al termine die quali è stato arrestato. Il presunto camorrista era in viaggio diretto al nord e, secondo quanto si è appreso, poi avrebbe lasciato l’Italia per raggiungere un Paese del Nord Europa dove avrebbe degli appoggi. Appena la squadra Mobile di Pisa è stata avvisata della presenza di Mazzarella sul treno si è messa in contatto con i colleghi di Napoli che hanno inviato alla questura pisana, spiega la polizia, “il decreto di fermo di indiziato di delitto nel frattempo disposto dalla Direzione Distrettuale Antimafia” nei suoi confronti e che è stato eseguito proprio nei locali della mobile pisana. Mazzarella è stato fotosegnalato e poi accompagnato nel carcere Don Bosco di Pisa.
Con i tre decreti di fermo eseguiti oggi dai Carabinieri del Nucleo Investigativo (coordinato dal colonnello Christian Angelillo) e della Squadra Mobile di Napoli (diretta dal primo dirigente Alfredo Fabbrocini) è stato decapitato il clan Mazzarella. Le tre persone fermate – Michele e Ciro Mazzarella, 38 e 51 anni (rispettivamente figli dei fratelli capiclan Vincenzo e Gennaro Mazzarella e quindi cugini) e Salvatore Barile, 38 anni – stavano progettando di scappare all’estero. Per questo motivo la Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli ha deciso di emettere un decreto di fermo ritenendo, appunto, sussistente il pericolo di fuga. Michele, che tra i vertici era quello che ricopriva un ruolo meno preminente rispetto al cugino Ciro e a Barile, è stato preso a Genova (rpt Genova). I reati ipotizzati nei loro confronti sono di associazione di tipo mafioso in qualità di vertici del noto clan Mazzarella e di estorsione aggravata dal metodo mafioso.
Nei giorni scorsi la Polizia di Stato ha assestato un duro colpo al clan, con 25 persone arrestate, tra le quali anche Antonietta Virenti, 64 anni, mamma di Michele Mazzarella e vedova di Vincenzo Mazzarella. Le indagini riguardano il periodo che va dal 2020 al 2022, cioè il periodo successivo alla scarcerazione di Michele Mazzarella. Particolarmente estesa a Napoli è l’influenza criminale del cartello dei Mazzarella che a Napoli si contrappone con l’Alleanza di Secondigliano: oltre che in vari comuni della provincia (San Giorgio a Cremano, Portici, Pomigliano e Somma Vesuviana) risulta presente nei quartieri di Forcella e della Maddalena (loro roccaforte) ma anche a San Giovanni a Teduccio, Connolo, Case Nuove, Mercato, Porta Nolana, San Gaetano. Barile e Michele Mazzarella risultano gravemente indiziati di diversi episodi estorsivi commessi in danno di pregiudicati costretti a pagare una quota al clan per lo svolgimento delle attività illecite nel loro “territorio”. Nei prossimi giorni è prevista l’udienza di convalida dei provvedimenti di fermo notificati dagli indagati davanti al giudice per le indagini preliminari.