NAPOLI – C’è un modello-Napoli che Gaetano Manfredi va difendendo in questo periodo dove a sinistra si prende posizione soprattutto in vista del congresso del Partito Democratico, ed è il modello del campo largo di cui è un esempio la sua maggioranza.
Ancora oggi, a chi gliel’ha chiesto in occasione della presentazione del libro di Stefano Fassina ‘Il mestiere della sinistra’, l’ha messa così: “Se guardiamo ai temi, per il Pd, il M5s, la sinistra riformista e per le forze del centro sono di più le cose che le tengono unite che quelle che le separano. Il caso di Napoli, poi, dimostra che quando si sta insieme si vince, e questo non lo dobbiamo dimenticare”. Anche perché il resto è fuffa. Da sindaco, Manfredi può ben dirlo: “Penso che per poter cambiare la società si debba stare al governo e non all’opposizione. Questo non significa che si deve governare a tutti i costi, ma la testimonianza lascia il tempo che trova”.
Tuttavia, Manfredi crede che, a livello nazionale, “questo periodo all’opposizione sia utile per costruire una nuova proposta, un progetto per una sinistra progressista e riformista, per dare una nuova prospettiva al Paese intercettando chi oggi non ci ascolta”.
Ma se c’è questa difficoltà, lo si deve anche alle spaccature evidenti delle opposizioni su un tema cruciale quale quello del Reddito di Cittadinanza: “Io lo difendo – ha dichiarato Manfredi – ha finalmente emancipato molte persone, ma è mancato un pezzo perchè doveva aiutare alcune di quelle persone a reinserirsi nel mondo del lavoro dando loro la dignità del lavoro”. Cosa che, evidentemente, non è stata.
Ma, a tal proposito, Manfredi ha anche ricordato che il Comune “ha fatto un grande sforzo per utilizzare i percettori di Reddito di Cittadinanza nei lavori di pubblica utilità”, ma senza mancare di sottolineare “la farraginosità delle procedure”. “Eppure – ha aggiunto – dobbiamo essere in grado di capire chi è in difficoltà, dare loro un sostegno economico ma anche un’opportunità di riscatto”.