Nola (Na) – Un vivace scambio di battute tra avvocato e giudice iniziato nell’aula del tribunale di Nola (Napoli) è proseguito fra relazioni ed esposti, che hanno portato a prese di posizione delle organizzazioni di appartenenza e addirittura alla proclamazione di uno sciopero da parte della camera penale per il 5 dicembre. E’ accaduto nel corso di un processo per minacce con l’uso di armi con un unico imputato. La tensione è esplosa tra il difensore di quest’ultimo, Paola Caruso, iscritta al Foro di Nola, e il giudice onorario Rossana Ferraro, che peraltro è anche avvocato iscritto al Foro di Santa Maria Capua Vetere, nell’udienza del 14 novembre scorso, durante l’esame dell’imputato, quando quest’ultimo ha iniziato a parlare, su domanda del legale, della perquisizione effettuata a casa sua dai carabinieri che cercavano (e non hanno trovato) l’arma usata. Il giudice, come emerge dalla relazione di servizio, ha stoppato l’imputato, e con ordinanza istruttoria ha disposto che non si parlasse della perquisizione, essendo circostanza che esulava dal capo di imputazione, ma anche per evitare affermazioni “sconvenienti” e “offensive” verso l’Arma, memore di quanto accaduto in un’udienza precedente, quella del 13 giugno, in cui il giudice riferisce – stando alla relazione di servizio – che l’imputato aveva già offeso i carabinieri a proposito della perquisizione, tanto che nell’udienza del 14 novembre – annota il giudice – l’imputato chiede poi scusa. Lo stop imposto dal giudice all’imputato fa infuriare l’avvocato Caruso, che secondo quanto riportato nella nota della Camera Penale di Nola (affissa e pubblicata in tutti i palazzi di giustizia italiani e inviata alle sedi istituzionali), “tenta di spiegare le ragioni della rilevanza delle argomentazioni, ma viene zittito dal giudice che, con toni concitati e fare dispotico, non ha permesso di concludere una serena interlocuzione“.
Dal canto suo il giudice Ferraro, nella relazione, illustra che l’avvocato ha iniziato ad opporsi all’ordinanza, “trascinandosi in un monologo e urlando vistosamente (come emerge dall’audio dell’udienza), anche che avrebbe ricusato il giudice“; “una escalation – si legge nella relazione – che ha bloccato l’udienza per 20 minuti ed indotto il pm presente (Raffaele Grilletto, ndr) a chiedere la trasmissione degli atti in Procura per le esternazioni del tutto estemporanee poste in essere dalla difesa“. La Procura valuterà eventuali reati, tra cui il vilipendio alle istituzioni. “La difesa – scrive ancora il giudice – ha iniziato a trascendere alludendo ‘al caso Cucchi’, e rivolgendosi verso il pubblico presente“. La Camera Penale contesta al giudice di aver parlato di “show” dell’avvocato. In ogni caso l’udienza, a quel punto viene sospesa dal giudice. “Dopo la sospensione – si legge ancora nella relazione – la difesa ostacolava la verbalizzazione, proseguendo in esternazioni irrispettose dell’aula giudiziaria nel suo complesso“. Lo scontro si è poi spostato sul piano associativo. Detto della Camera Penale, è intervenuta l’Anm (sottosezione di Nola), che in una nota, pur senza voler entrare nel merito della vicenda, auspica che gli organi rappresentativi del sistema giustizia, ovvero Magistratura Ordinaria, Magistratura Onoraria, personale amministrativo, Forze di Polizia e Avvocatura, “collaborino tra loro al fine di stemperare le tensioni che naturalmente possono verificarsi nella gestione del servizio, coltivando – come del resto è sempre avvenuto – il proficuo dialogo caratterizzato da serenità, cordialità e stima reciproche, evitando di assumere posizioni troppo rigorose“. Sul caso è arrivava infine la nota dei sindacati delle forze dell’ordine, ovvero del Siap, sindacato Italiano Appartenenti Polizia e del Nuovo Sindacato Carabinieri, che si augurano “un chiarimento della Camera Penale di Nola” e manifestano “le loro perplessità in merito alle osservazioni formulate dalla Camera penale, che appaiono contraddittorie e irrispettose degli appartenenti dell’Arma dei Carabinieri e delle Forze di Polizia in generale“. Il giudice Ferraro ha nel frattempo dato mandato all’avvocato Sergio Pisani per tutelare la propria immagine al di fuori delle sedi giudiziarie.