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Il settore rifiuti e i suoi risvolti di carattere giudiziario continuano a tenere banco a Torre del Greco, in provincia di Napoli. Un processo per presunta corruzione si avvia – anche se non proprio velocemente – a emettere il proprio verdetto di primo grado, con le difese degli imputati pronte a schierare i propri testimoni per provare a smontare il castello accusatorio costruito attorno all’ordinanza di custodia cautelare che nel 2017 portò all’arresto dell’allora sindaco Ciro Borriello e dei vertici della ditta che fino a poco tempo prima aveva gestito il servizio di igiene urbana nella quarta città della Campania.

Ma un’altra vicenda giudiziaria si fa strada, rischiando di condurre nelle aule del tribunale un altro primo cittadino, quello attualmente in carica. Giovanni Palomba, infatti, è stato di recente raggiunto da un avviso di conclusione indagini con contestuale avviso di garanzia insieme ad altri tredici imputati, tra cui il segretario generale del Comune, cinque tra dirigenti ed ex dirigenti dell’ente, altri dipendenti pubblici e alcuni referenti della Buttol, la ditta che fino a pochi mesi fa si è occupata della raccolta dei rifiuti differenziati a Torre del Greco. Intanto, i ritardi legati allo sviluppo processuale della prima vicenda (l’ultima udienza, quella in programma ieri, è stata rinviata al prossimo 7 dicembre a causa dell’impedimento di uno dei componenti del collegio giudicante), non fermano il lavoro delle difese dell’ex sindaco Ciro Borriello e della ditta Fratelli Balsamo, pronte già dal prossimo mese di gennaio a chiedere al tribunale di Torre Annunziata (dove si sta svolgendo il dibattimento) di procedere ad una calendarizzazione più serrata, al fine di ascoltare tutti i testimoni e arrivare così alla formulazione del verdetto di primo grado, che – è la convinzione degli avvocati dei principali imputati – farà piena luce su una vicenda sulla quale da quasi cinque anni e mezzo si chiede che sia la magistratura ad esprimersi.