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Palomonte (Sa) – Tre anni di reclusione, oltre al il pagamento di 1200 euro di sanzione. È la sentenza di condanna applicata dai giudici della Corte d’Appello di Salerno che hanno riconosciuto e concesso le attuanti generiche sulle circostanze aggravanti, riducendo la pena iniziale inflitta dai giudici del primo grado di giudizio a 4 anni di carcere, nei confronti di Antonio Paolino, l’imprenditore di Capaccio Paestum, titolare di un negozio di autolavaggio e rivendita auto, arrestato a seguito di una rapina avvenuta ai danni della filiale della Banca di Credito Cooperativo di Buccino e dei Comuni Cilentani sita in località Bivio di Palomonte, nell’estate di due anni fa.

Sentiti i difensori dell’uomo, gli avvocati cassazionisti Leopoldo Catena e Pierluigi Spadafora, i magistrati della Corte d’Appello di Salerno hanno ridotto la pena all’imprenditore. Le accuse per Paolino, che è stato ritenuto la “mente” del colpo all’istituto di credito, erano di rapina, sequestro di persona e lesioni personali. Azioni queste, che secondo la Procura di Salerno, l’imprenditore capaccese avrebbe messo in atto con altre persone, anche queste arrestate e per cui si procede con un giudizio separato.

Paolino sarebbe stato l’ideatore della rapina e ne avrebbe partecipato solo in un primo momento alla stesura del progetto. Piano scaturito da una serie di difficoltà economiche e che con una rapina in banca sarebbero state risolte. La rapina fu così progettata nell’estate del 2020 quando l’allora dipendente della filiale dell’istituto di credito, il cassiere William Graziano, si recò presso l’attività di Paolino per permutare la sua auto e dove, durante una chiacchierata, il banchiere confidò all’amico imprenditore di attraversare un momento di difficoltà finanziarie. Problemi che affliggevano anche l’imprenditore capaccese che propose al cassiere di organizzare una rapina in banca. L’idea poi, troverà conferma in una serie di incontri tra Paolino, William Graziano, e i complici reclutati dai due, Pietro Smaldone, Alain Paone, Giovanni Liguori e un rivenditore di legna detto “il boscaiolo”.

Al centro dei summit, le modalità e i tempi per mettere a segno la rapina, programmando anche il sequestro del direttore della filiale, Francesco Cupolo, che avvenne con la complicità del cassiere-talpa Graziano e la spartizione del bottino di oltre 110mila euro. Rapina, con annesso sequestro del direttore della filiale, che venne messa a segno il 13 agosto 2020 e fruttò ai malviventi un bottino di 110mila euro fino a quando, qualche mese dopo, arrivarono i carabinieri della stazione di Contursi Terme che ne arrestarono gli ideatori e gli autori.