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Benevento – Le sue uscite non sono certo paragonabili a quelle di Josè Mourinho, che ha pubblicamente messo alla porta Rick Karsdorp, costringendo l’olandese alla fuga da Roma e a trovarsi, probabilmente, una nuova squadra per gennaio. Fabio Cannavaro non è quel tipo di allenatore, preferisce affrontare le situazioni con il sorriso, facendo filtrare i suoi messaggi tra una battuta e l’altra. Animo partenopeo, di chi ne ha vissute parecchie di situazioni, nonostante in Europa e in Italia sia “arrivato” nelle vesti di allenatore solo da due mesi.

Il gruppo, stando alle dichiarazioni dei vari tesserati, giura che Cannavaro ha portato serenità all’interno del mondo Benevento. Eppure l’allenatore non ha usato solo la carota per rimettere insieme i cocci che si erano sparsi dopo un avvio di stagione deludente e l’esonero di Fabio Caserta. “Preferisco un difensore scarso ma concentrato, piuttosto che uno bravo ma deconcentrato”, è stata una delle prime dichiarazioni gettate nella mischia per far capire il suo modo di intendere il calcio e di guidare lo spogliatoio. Destinatario Leverbe, un messaggio chiaro per il francese, arrivato con lo status di migliore difensore del precedente campionato di serie B ma al di sotto del suo rendimento con la Strega.

I curriculum non servono, nel caso chiedere a Pastina e Capellini. I due giovani si sono ritrovati titolari per necessità, sfruttando le occasioni che il tecnico e la sorte hanno loro riservato. Ha rischiato di sciupare tutto il ragazzo di Battipaglia con il rosso contro il Bari che avrebbe potuto compromettere la gara. La tirata d’orecchie è arrivata nel post partita, con il solito garbo ma diretta: “E’ giovane, deve far tesoro degli errori perché ha lasciato i suoi in dieci, non giocherà la prossima e poi con i rientri potrebbe ritrovarsi fuori. Il calcio è questo: vita mia, morte tua”. E’ andata meglio al difensore scuola Juventus, diventato un vero e proprio jolly per Cannavaro. Braccetto di destra o di sinistra, all’occorrenza centrale, Capellini si è messo a disposizione e sta raccogliendo i frutti del suo lavoro. Il premio è arrivato a Ferrara con il primo gol tra i professionisti.

Storie differenti che spiegano e raccontano il Cannavaro allenatore. Il passato non conta, se non vanno in campo i titoli di cui è costellata la carriera del pallone d’oro e campione del mondo, tanto meno a fare la differenza è il passato dei calciatori a disposizione. Tutti hanno avuto o avranno un’occasione, starà a loro sfruttarla perché ciò che conta è solo ed esclusivamente il bene del Benevento.