Ariano Irpino (AV) – Un detenuto nel carcere di Ariano Irpino, in provincia di Avellino, si è tolto la vita all’interno della sua cella. Ne dà notizia Emilio Fattorello, consigliere nazionale del sindacato autonomo Osapp. Secondo una prima ricostruzione l’uomo, 40 anni originario della provincia di Salerno, si è impiccato all’inferriata della cella utilizzando una cintura. Risultati vani i tentativi di rianimarlo da parte degli agenti della Polizia penitenziaria e de personale sanitario in servizio presso la casa circondariale.
Sul posto è giunto il medico legale per i primi accertamenti. “Anche in questa drammatica occasione e con l’amarezza per una vita spezzata – sottolinea Fattorello – torniamo a denunciare con forza l’abbandono in cui versa la struttura che in particolare in determinate zone non garantisce una condizione dignitosa e umana della detenzione“.
Ciambriello – “È il sesto suicidio in Campania dall’inizio dell’anno, in Italia dall’inizio di quest’anno ad oggi, si è arrivati a 77 suicidi e quattrocento novantuno i tentati suicidi negli istituti penitenziari, sessantaquattro i tentati sucidi in Campania; grazie al pronto intervento della polizia penitenziaria si è evitata una strage. Questi dati sono allarmanti, considerando che non sono mai stati così alti dall’inizio del secolo, in carcere il suicidio è la prima causa di morte”. Così ha dichiarato il Garante dei detenuti Ciambriello, appena ha saputo della notizia del giovane quarantenne, tossicodipendente, originario di Salerno, che si è suicidato oggi nella casa di reclusione di Ariano Irpino. Era arrivato nel carcere da una settimana, gli interventi sono stati tempestivi, gli agenti hanno cercato di rianimarlo sul posto prima dell’arrivo del 118.
Il Garante Campano Ciambriello: “Il giovane ristretto trascorreva un’ordinaria giornata, facendo colazione, colloquiando con i compagni di cella e fumando una sigaretta, nulla che lasciasse presagire quanto è accaduto. Certo ogni caso è un caso a sé, con diverse motivazioni, molte volte di solitudine di angoscia. Ma i dati allarmanti accendono i riflettori sulle carceri italiane: Istituzioni totali, che non possono essere luoghi di isolamento dai territori, dalla società civile e dalla politica. Il carcere deve essere extrema ratio“.