Napoli – Hanno conseguito il brevetto da 18 metri per sub, grazie ad un corso di formazione nell’ambito del progetto “Bust Busters”, con lo scopo di pulire i fondali marini e tutelare il patrimonio ambientale della loro città. Stiamo parlando dei minori dell’Area Penale di Napoli che hanno effettuato la loro prima immersione professionale sabato mattina dal Molo Cappellini di Nisida. Un luogo doppiamente simbolico anche perché è situato nel cuore dei Campi Flegrei e dunque di un’area geologicamente importante.
“Stiamo concretizzando quello che avevamo ipotizzato come progetto – ha affermato Giuseppe Centomani, Direttore del Centro di Giustizia Minorile della Campania – e proprio con questi ragazzi, durante il cammino, abbiamo capito che il percorso era possibile. Siamo dinanzi ad un percorso di professionalizzazione seria”.
In contemporanea alle immersioni, altri loro coetanei con i volontari di MareNostrum, hanno pulito la spiaggia in superficie. “Siamo molto contenti – ha aggiunto Rosario Santanastasio, Presidente Nazionale di Archeoclub D’Italia -. Siamo riusciti a formare i ragazzi e ad accompagnarli in un’esperienza significativa dal punto di vista sociale. Per noi è fondamentale trasmettere conoscenza”.
I ragazzi hanno ricevuto il brevetto di primo livello, ma si punta ancora più in alto. L’obiettivo, infatti, è quello di arrivare all’OTS, Operatore Tecnico Subacqueo che spianerà loro la strada a quelle attività professionali possibili sui fondali marini. “È stato davvero emozionante – ha aggiunto Aniello Cuciniello, Capitano di Vascello della Marina Militare – perché vedere questi ragazzi raggiungere un obiettivo nella loro vita che dia anche uno sbocco professionale è un eccellente risultato”.
Parte attiva del progetto è anche il Corpo Militare dell’Ordine di Malta che, come ha spiegato il Capitano Mariano Barbi, ha dato vita al primo modulo formativo del percorso, riguardante le tecniche di primo soccorso in caso di emergenza. “I ragazzi hanno seguito almeno 10 lezioni teoriche – ha affermato Francesca Esposito, Referente Attività Sociali di MareNostrum – ma anche pratiche. Inoltre a Ottobre, hanno partecipato anche alle operazioni di tutela del patrimonio ambientale a Posillipo. Il mare è una risorsa da tutelare, da valorizzare, un bene da custodire. Ed in questi giorni con i ragazzi del Centro di Giustizia Minorile abbiamo capito che il mare può essere anche riscatto sociale. Anche tramite la cultura, la tutela ambientale questi ragazzi possono avere una vita diversa e migliore”.
Una rete che vede insieme: Marina Militare, Corpo Militare dell’Ordine di Malta, Asia, Archeoclub D’Italia, MareNostrum, Arpac Campania, i ristoratori del Borgo dei Marinari e i circoli Reale Yacht Club Canottieri Savoia, Club nautico della Vela, Circolo del Remo e della Vela, Circolo Rari Nantes Napoli.