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Salerno – “Ho sentito la voce di Dio che mi che così mi diceva di fare e Dio l’ha salvata perché era tutto così scritto”. Sono le parole che l’avvocato Silverio Sica, in compagnia anche dell’avvocato Tommaso Amabile, ha riferito ai giornalisti uscendo dall’aula bunker del tribunale di Nocera Inferiore dove come un fiume in piena, anche se stordito, G.D.A., il padre della bimba che ha lanciato la figlia dalla finestra del bagno al terzo piano dell’abitazione, ha raccontato quanto accaduto. La moglie andava e usciva dal bagno in cui stavano cambiando la piccola quando l’uomo ha deciso di lanciare la bambina, salva per miracolo dopo la caduta.

Oggi il suo legale ha espresso serie preoccupazioni sul suo stato di salute che, nei giorni precedenti alla tragedia che si è consumata in via Vincenzo Ferreri, era stata diagnosticata in ospedale come delirio da esaurimento e trattata con delle gocce di ansiolitici. Sica ha chiesto i domiciliari a casa del padre dell’uomo con divieto di avvicinarsi alla figlia o il ricovero presso una clinica psichiatrica. “Di certo il carcere è l’ultimo luogo considerato anche l’atteggiamento dei detenuti nei confronti di chi colpisce i bambini” – ha detto l’avvocato Sica, ricordando anche l’episodio che aveva portato il mercoledì precedente la caduta della bimba di due anni al ricovero dell’uomo in ospedale. A generarlo l’arrivo di un pacco a casa che aveva creato allarme nell’uomo tanto da fargli chiedere l’intervento dei carabinieri, pensando ci fosse una bomba.

“È quasi certo che abbia approfittato di un momento di assenza della moglie e dopo una prima negazione in cui ha dichiarato che la bambina è caduta ha cominciato in preda ad un delirio psicotico a raccontare gli eventi e di aver lanciato la bambina” ha detto Sica ai giornalisti, ribadendo il miracolo che la piccola abbia riportato solo lievi ferite. L’uomo ha ribadito il suo amore per la figlia ed ora si attendono le decisioni dei giudici sulla riduzione della misura cautelare. Difficile che venga accolta. Resta vicino alla bimba, ricoverata al Santobono ed in silenzio la moglie, M.D.G.