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San Gregorio Magno (Sa) – È la dottoressa Gabriella Russo, il perito incaricato dal tribunale di Salerno per effettuare una perizia psichiatrica finalizzata ad accertare lo stato di salute mentale del 33enne di San Gregorio Magno che nel giugno di quest’anno, tentò di uccidere nove carabinieri.

È quanto stabilito dai giudici del collegio presieduto dal magistrato Lucia Casale, della seconda sezione penale del tribunale di Salerno, che hanno nominato il medico per stilare una perizia psichiatrica sul giovane, oggi detenuto presso il carcere di Fuorni, arrestato dai carabinieri della compagnia di Eboli con le accuse di resistenza a pubblico ufficiale e tentato omicidio nei confronti dei carabinieri Mario Carnevale, Giuseppe Francesco Carleo, Diego Herman Chavez, Emidio Di Masi, Aldo Grammatico, Antonio Cappetta, Mario Grieco e Davide Guglielmini, in servizio presso le stazioni di Buccino, San Gregorio Magno e Contursi Terme.

Era la mattina del 2 giugno quando i militari in servizio congiunto, giunsero a casa del 33enne per la notifica di un provvedimento di sicurezza per il ricovero in un ospedale psichiatrico campano. Alla vista dei militari che furono prima minacciati dal giovane che si oppose loro verbalmente, il 33enne si recò in cucina dove afferrò un coltello e si scagliò contro i militari, spintonandoli e dandosi alla fuga. È proprio durante la fuga che il 33enne armato di coltello, inseguito dai carabinieri che stavano tentavano di disarmarlo, colpì alcuni dei militari ferendoli gravemente alle braccia e alle gambe.

Feriti i carabinieri e riuscito a divincolarsi, il 33enne si scagliò furiosamente contro uno dei militari che aveva ferito pochi secondi prima e che lo stava tentando di fermare. L’uomo bloccò a terra il carabiniere e nel tentativo di ucciderlo, gli si scagliò ripetutamente contro, ferendo il militare alla testa, al viso e agli arti con tagli profondi e permanenti.

Dopo aver tentato di ammazzare il militare che si salvò miracolosamente dall’aggressione, il giovane si scagliò contro gli altri carabinieri nel tentativo di ucciderli. Di lì, uno dei militari esplose un colpo di pistola che ferì alla gamba il 33enne che venne così ammanettato e arrestato, mentre i carabinieri restarono a terra agonizzanti in una pozza di sangue, riportando lesioni permanenti su tutto il corpo ed in particolare, al volto.

Finito a processo, il 33enne che si trova ora in carcere, difeso dall’avvocato Maria Furia, verrà quindi sottoposto ad una perizia psichiatrica, mentre i carabinieri difesi dall’avvocato, Maria Grazia Di Geronimo, si sono costituiti parte civile nel procedimento giudiziario.