Tempo di lettura: 2 minuti

Napoli – La Scuola di Medicina e chirurgia dell’Università Federico II sostiene la campagna ‘Choosing Wisely’ per una sanità sostenibile. La campagna nasce negli Stati Uniti per incoraggiare sia professionisti della salute che pazienti a mettere in atto un dialogo basato su prove di efficacia (EBM), su quali esami e trattamenti possono non apportare benefici ai pazienti e che potrebbero invece causare danni.

L’adesione alla campagna è stata ‘ufficializzata’ in occasione del seminario che ha visto la partecipazione della professoressa Rita Redberg, dell’Università di San Francisco (California), tra i maggiori esperti mondiali di medicina interna, prevenzione cardiovascolare e di modelli sanitari. Redberg è stata inoltre consulente dell’amministrazione Obama per la riforma sanitaria ‘Obamacare’ ed è editor in chief della rivista JAMA Internal Medicine, una delle più famose riviste mediche del mondo.

”Il seminario si inserisce nell’ambito delle iniziative della Scuola di Medicina per la riqualificazione della formazione in medicina interna sia dei corsi di studi in medicina che delle specializzazioni – ha detto Maria Triassi, presidente della Scuola dell’Ateneo federiciano – La medicina interna ha bisogno di riposizionarsi alla luce della nuova riorganizzazione del Pnrr e della valorizzazione del sistema territoriale: cambia l’offerta assistenziale, cambia l’organizzazione e di conseguenza deve cambiare anche la formazione”.

Le pressioni sui sistemi sanitari negli ultimi anni hanno dimostrato la necessità di creare modelli sanitari sostenibili al fine di garantire un’ottimizzazione delle cure per tutti i cittadini. Tale concetto si è reso evidente ancor di più negli ultimi anni in cui i sistemi sanitari sono stati sottoposti alla pressione dovuta alla pandemia di SarsCov2. E in questo scenario, la Scuola di Medicina della Federico II sposa pertanto un nuovo atteggiamento basato sull’appropriatezza diagnostico terapeutica delle cure soprattutto nell’attività didattica per medici e professioni sanitarie. ”La professoressa Redberg si è contraddistinta per la creazione della così detta medica di genere – ha evidenziato Antonio Cittadini, professore ordinario di Medicina Interna – impostata a un’attenzione alla differenza dell’impatto che le patologie hanno nei differenti generi e per incoraggiare i professionisti della salute a una scelta appropriata dei percorsi diagnostici e terapeutici senza indulgere alla medicina difensiva”.