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Capri (Na) – L’industria italiana non può morire per i partiti”, avvertono i giovani di Confindustria. “Lavoro, competenze e innovazione sono gli strumenti primari per costruire il futuro. È su questo che dobbiamo chiedere conto a chi, pro tempore, avrà l’onore di guidare questa grande nazione”, dice il presidente Riccardo Di Stefano. “Senza sconti” si vedrà “se avremo vissuto una stagione di buon governo o un nuovo, duro inverno”. Serve “una responsabilità condivisa, da cui nessuno può sentirsi esonerato: maggioranza, opposizione, mondo produttivo e del lavoro, società civile. Alzeremo la voce di fronte a iniziative contro industria e lavoro”.

Se qualcuno l’ha chiamata Agenda Draghi, noi la chiamiamo “Agenda Italia”. Un metodo e una sostanza di governo orientati alla serietà, alla concretezza e alla responsabilità, che non devono essere accantonati”, chiedono i Giovani Imprenditori di Confindustria con la relazione del presidente Riccardo Di Stefano al convegno di Capri. Auspicano “una maggioranza stabile in grado di rispondere alle emergenze che attanagliano l’Italia e di tenere unito il Paese”. Al nuovo Governo chiedono “autorevolezza, competenza, responsabilità” per affrontare lo shock energia, e per “il compito di contribuire a costruire un Paese più forte”.

Ci apprestiamo ad affrontare l’inverno. E questa volta ci vorrà un coraggio da leoni per superarlo”. I Giovani Imprenditori di Confindustria ripercorrono le sfide di uno scenario economico difficile, dalla guerra in Ucraina all’inflazione con lo shock dei prezzi dell’energia, e dal tradizionale convegno di Capri avvertono: dal gas agli alimentari, l’inflazione pesa su “beni per cui la domanda è difficile da comprimere senza innescare una recessione e senza far andare a gambe all’aria intere filiere industriali”.
“Ricordiamoci che il gas è la fonte energetica utilizzata dai settori campioni di economia circolare”, evidenzia nel suo intervento il presidente dei Giovani di Confindustria, Riccardo Di Stefano: ricordiamoci “che interi distretti rischiano di essere buttati fuori dal mercato. Varese, Parma, Torino, Sassuolo, Frosinone, Gragnano potrebbero essere cancellati dalla geografia industriale del nostro Paese”.

“Non possiamo permettere che la sofferenza della pandemia e delle crisi economiche sia avvenuta per nulla. Che il dolore e l’incertezza vissuti passino senza lasciare traccia. Che nessuna lezione venga imparata. Su questo vigileremo. E faremo sentire la nostra voce, sempre!”, evidenzia ancora Riccardo Di Stefano “Facciamo i migliori auguri di buon lavoro ai presidenti di Camera e Senato appena eletti. Al nuovo Parlamento spetta un compito importante. Nel rispetto della dialettica politica, confidiamo che ci sia una maggioranza stabile in grado di rispondere alle emergenze che attanagliano l’Italia e di tenere unito il Paese”, avvertono gli industriali under40 dal tradizionale convegno di ottobre dei Giovani Imprenditori a Capri.
Al nuovo Governo – sottolinea ancora il leader dei giovani industriali – spetta il compito di contribuire a costruire un Paese più forte, più prospero, più coeso, con fondamenta solide su cui le nuove generazioni potranno camminare con orgoglio”. “Se questo è il progetto, noi ci siamo”.

Ci sono numeri che non possiamo e non dobbiamo ignorare”, avvertono i Giovani Imprenditori di Confindustria dopo la tornata elettorale: “11: gli anni passati dall’ultima volta in cui il nostro Paese ha avuto un Governo espressione di una maggioranza politica chiara uscita dalle urne. Oltre un decennio in cui sono nati quattro governi tecnici per superare momenti di crisi a cui la politica non sapeva dare risposte; 16: i milioni di persone che non hanno votato. Se fossero un partito, avrebbero ottenuto il 36% e sarebbero il primo partito italiano. Coloro che hanno deciso di non decidere cosa fare del futuro di questa nazione; 63: la percentuale di nostri concittadini che, in un quartiere come Scampia, in quel Sud che ha sfiorato punte di astensione del 50%, hanno votato in massa per mantenere il Reddito di cittadinanza”. Per gli industriali under 40, come sottolinea il presidente, Riccardo Di Stefano, aprendo il tradizionale convegno di Capri, “lo hanno fatto perché convinti che senza sussidio, per loro, non ci sia futuro. Ci sono milioni di italiani che non trovano risposte ai bisogni fondamentali dell’esistenza. Disillusi, non si riconoscono in nessuna rappresentanza. C’è bisogno che la politica torni a parlare loro con un linguaggio di verità. Con risposte reali a problemi reali, non con facili e seducenti promesse. E la risposta non può essere che una: il lavoro!”.
È per tutti loro – evidenzia ancora Di Stefano – che deve proseguire senza esitazioni la stagione riformatrice aperta con il Pnrr. Per chi non ha scelto. Per chi non ha più speranze. Per chi non crede sia possibile riscattarsi grazie al lavoro. Le nostre imprese faranno la propria parte. Sono e continueranno ad essere creatrici di benessere, punti di riferimento nei territori, luoghi di crescita per chi ci lavora.
Finché ce la faremo, e anche oltre, continueremo a lottare per non abbassare la serranda. Questo è il nostro impegno. Ma bisogna fare in fretta: le energie dei cittadini e delle imprese stanno finendo”.

C’è una Legge di Bilancio da scrivere in tempi record. Una manovra strangolata dalla grande emergenza energetica. Questa è la priorità su cui investire le poche risorse disponibili”, avvertono i Giovani Imprenditori di Confindustria, dal tradizionale convegno di Capri, con la relazione di apertura del presidente Riccardo Di Stefano .
Affinché l’Italia e le sue imprese superino questo inverno, c’è bisogno di uno stanziamento fra i 40 e i 50 miliardi di euro che fermi i prezzi dell’energia”, dice il leader dei giovani imprenditori. “Sarebbe fondamentale che il sostegno arrivasse dall’Europa, come per il Covid”, ma “contrariamente, l’Italia dovrà fare da sola. E se non sarà possibile trovare queste risorse nei meandri dei mille miliardi di spesa pubblica annuale, uno scostamento di bilancio potrebbe essere inevitabile per salvare i posti di lavoro e le imprese che li creano”.
Poi, oggi, avvertono ancora gli industriali under 40, “occorre tagliare il costo del lavoro, concentrandosi sui redditi medio-bassi. Possiamo farlo, riconfigurando la nostra spesa pubblica. Perché questo non è il momento delle mancette e degli assalti alla diligenza, ma di restituire risorse a chi lavora e produce”.

I Giovani Imprenditori di Confindustria ricordano le sfide di questo delicato scenario economico e avvertono: “Per l’Italia sta suonando forte una sveglia che stiamo rimandando da anni, ma non si possono più chiedere… ‘ancora cinque minuti’. Perché sono tanti i Paesi che questa sveglia l’hanno sentita forte e chiara, e che si sono attrezzati”.
“L’Italia, invece – dice il leader degli industriali under 40, Riccardo Di Stefano, aprendo il tradizionale convegno di ottobre dei giovani imprenditori a Capri – , sembra essere caduta dal letto e, ancora assonnata, si guarda intorno smarrita”.