A quando il nuovo governo? E’ l’interrogativo più inflazionato degli ultimi giorni. “Sui tempi non dovete chiedere a me ma al Presidente della Repubblica” – ripete di getto, ormai quasi senza pensarci, Giorgia Meloni ai cronisti che continuano a battere sullo stesso tasto. “Ma bisogna cercare di fare presto” – l’altra espressione che il futuro premer incaricato consegna a microfoni e taccuini ogni qualvolta la stampa riesce a intercettarla tra i corridoi e le strade dei palazzi capitolini.
Prima di arrivare al dunque, però, dovranno consumarsi procedure e consuetudini ben note della nostra Democrazia. Una su tutti, l’elezione dei presidenti delle due camere, passaggio necessario affinchè il Capo dello Stato possa avviare le prime consultazioni della diciannovesima legislatura. La data cerchiata in rosso sul calendario è giovedì 13 ottobre, giorno di convocazione delle aule di Montecitorio e Palazzo Madama.
Prima ancora, però, inizieranno gli impegni dei parlamentari eletti con il voto del 25 settembre: da lunedì il via agli adempimenti burocratici: acquisizione della fotografia e della firma autografa; registrazione dei dati anagrafici; comunicazioni relative alle prerogative parlamentari; operazioni per il rilascio del tesserino per le votazioni elettroniche e del codice di attivazione dei servizi informatici.
Con ogni probabilità, soltanto con la ripresa delle attività di Camera e Senato le indiscrezioni sulla formazione di governo e sottogoverno cominceranno ad assumere un peso specifico rilevante.
Discorso valido anche per quanti in Campania aspirano a un posto al sole. Il nome più caldo, al momento, è quello di Gianfranco Rotondi. Il politico irpino nella cabina di comando c’è già stato, come ministro per l’Attuazione del Programma. Per tre anni, dal 2008 al 2011, con Silvio Berlusconi a palazzo Chigi. Rispetto ad allora, i rumor gli consegnano oggi la ‘pole position’ per un dicastero decisamente più significativo, il Ministero per il Sud. Nel caso, succederebbe a un altro campano, la salernitana Mara Carfagna. L’ipotesi è giunta all’attenzione del diretto interessato che via social non si è risparmiato un commento: “Leggo il mio nome nel toto-ministri, e – non lo nego- la cosa solletica la mia vanità: sono uscito dal governo da undici anni, e mi fa piacere che si consideri l’ipotesi che ci possa rientrare” – scrive Rotondi. Che aggiunge: “All’ipotesi osta una elementare circostanza: da democristiano e berlusconiano, ho sostenuto Giorgia Meloni premier , sfidando tabù che ho fatto cadere come birilli.E’stata una rivoluzione. E quando fai una rivoluzione, c’è un solo modo per svilirla, annullarla: domandare cosa ci sia per te. Credetemi, a questo giro la mia credibilità si giova più della discrezione che del protagonismo.Farò il deputato di Avellino, un impegno assorbente e un onore grandissimo che ha segnato l’esordio e il completamento del mio lunghissimo tirocinio istituzionale”.
Il nome di Rotondi sarebbe espressione di Fratelli d’Italia. E dalle parti meloniane non sarebbe l’unico campano a sperare in un ruolo di primo piano nella squadra di governo: nella corsa per il ministero della Difesa è iscritto, seppur non da favorito, il salernitano Edmondo Cirielli.
Sul versante Forza Italia, nel sempre complicato gioco degli equilibri interni i berlusconiani campani qualcosa l’hanno già incassata: è notizia di questa mattina l’elezione di Fulvio Martusciello a capo delegazione del gruppo azzurro all’Europarlamento. Non una postazione di secondo livello se si considera che fino a ieri sera in quel ruolo c’era Antonio Tajani. Pure per la partita di governo, comunque, qualcosa per Fi Campania potrebbe spuntare, magari con l’indicazione di un tecnico d’aria. Non a caso da Roma rimbalza il profilo che è un habituè del totonomi: il napoletano ed ex numero uno della Confindustria Antonio D’Amato.
Infine, la Lega. Dal Carroccio è già giunta alla Meloni la richiesta di quattro ministeri: Interno, Riforme, Agricoltura e Infrastrutture. Anche dvesse essere accolta l’istanza, nessun nome sarebbe espressione dei territori posti al di sotto della linea gotica. Detto ciò, i salviniani campani – e meridionali – certo chiederanno una compensazione quando si tratterà di scegliere vice-ministri e sottosegretari. E il nome più forte già ora è quello di Pina Castiello, sottosegretaria al Ministero per il Sud nel governo gialloverde.