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Che il vento sia cambiato lo racconta la sala conferenze della Rocca dei Rettori, piena come mai era accaduto prima d’ora nelle iniziative promosse da Fratelli d’Italia nel Sannio. “Per fare entrare tutti vi chiedo di fare come al solito, spostatevi più a destra” – scherza allora Domenico Matera, sindaco di Bucciano e dalle prime ore di lunedì scorso anche – e soprattutto – senatore della Repubblica.

E’ la sua giornata, d’altronde. Una giornata di festa, prima ancora che di confronto e riflessioni. Gli spunti però non mancano. A partire da quelli offerti da Pietrantonio Mauriello, vice-coordinatore della federazione provinciale: “Porte aperte a tutti nel nostro partito ma ci sono alcune condizioni da rispettare. La prima è riconoscere la leadership di Mimmo Matera, non in discussione”. “Se siamo qui – rimarca l’altro vice-coordinatore, Alessio Scoccanon è per caso e non è merito della fortuna. L’elezione di Matera arriva a conclusione di un percorso lungo che ha vissuto due momenti fondamentali con le scorse regionali e con la richiesta di dare voce alle aree interne della Campania inoltrata a Roma alla vigilia di questa campagna elettorale”.

Poi parola al festeggiato. Lungo l’elenco dei ringraziamenti, vi trovano spazio i responsabili del movimento giovanile, i vari riferimenti locali e alcuni nomi storici della destra, come Fernando Petrucciano e Franco Cuomo: “Non mi hanno mai considerato un estraneo” – chiarisce Matera. Perché sì, qualche sassolino dalla scarpa il prossimo inquilino di palazzo Madama vuole toglierselo: “Ora siamo una forza di governo e dunque basta con le polemiche eterne, con la divisione tra il partito della Città e quello della Provincia, con la perenne ricerca di un avversario che quando non si trova all’esterno allora va ricercato all’interno”. Cenno polemico che trova subito una spiegazione. Alcune cose successe nelle settimane precedenti al voto al neosenatore non sono piaciute e non ne fa mistero: “Ero candidato, coordinatore provinciale eppure si organizzavano eventi senza neanche concordarli con me”. Non nomina i ‘nemici interni’ ma l’accusa che gli veniva mossa sì: la trasversalità. “Ma la mia non è una trasversalità politica bensì personale, professionale. Per venticinque anni ho svolto la funzione di segretario comunale e in questo lungo periodo di attività ovviamente ho avuto modo di stringere rapporti con tanti sindaci e amministratori, anche non di destra”. “E se al Senato abbiamo preso 5mila voti in più rispetto al dato della Camera – incalza – è perché in tanti hanno scelto Matera”.

Una rivendicazione che nulla toglie alla consapevolezza che c’è una sola persone che Fratelli d’Italia oggi deve ringraziare per ciò che è stato il 25 settembre: Giorgia Meloni. “Nessuno si illude, i voti sono i suoi”. Un dato di cui in molti devono tener conto, sottolinea il coordinatore Fdi: “Pure il candidato del centrodestra all’uninominale per la Camera deve sapere che Fratelli d’Italia ha inciso per il 52% alla sua elezione. Possiamo dire che con i nostri voti ne abbiamo eletti due di parlamentari… “. Una vera e propria stilettata a Francesco Rubano. Il deputato forzista non viene mai nominato, neanche per gli auguri. Persino i complimenti, Matera li fa a Giuseppe Conte e al Movimento Cinque Stelle, “risultato enorme che non prevedevo”, e non al berlusconiano.

Mano tesa, invece, alla Rocca e a palazzo Mosti: “Non sarò certo loro nemico, così come non lo sarò degli altri 77 Comuni della provincia. Il mio unico pensiero sarà difendere questa nostra martoriata terra”. 

Infine, il futuro di Fratelli d’Italia: “Il momento è adesso, i nostri orizzonti cambiano. Lascerò la guida del coordinamento ma lavorerò alla costruzione di un partito forte. Tanti amici e tanti amministratori vogliono iscriversi ed è giusto così. A chi già c’era il compito di ricordare a chi verrà che la nostra stella polare era e resterà la coerenza”.