Bucciano – “E’ la fine di una lunga, emozionante corsa. Ma è anche l’inizio di un nuovo, meraviglioso viaggio”. Così Domenico Matera candidato per Fratelli d’Italia al Senato della Repubblica – listino proporzionale Collegio Campania 2 che racchiude le province di Avellino, Benevento, Caserta e Salerno. ‘Mimmo’ sale sul palco della sua Bucciano, scatta una foto al suo pubblico e poi partono i ringraziamenti.
“Andrò a Roma senza giocare ai compromessi, andrò a Roma per dare forza vera ai nostri territori. L’obiettivo è unico: lavorare per far si che quanti vivono nell’entroterra della Campania possano godere di servizi efficienti al pari di quanti vivono altrove.
Una degna assistenza sanitaria, trasporti e infrastrutture efficienti per i nostri pendolari e per le nostre aziende, una maggiore sicurezza per le nostre famiglie. Ma una parola particolare la voglio spendere, oggi, per i nostri giovani: ancora troppi di loro sono costretti ad andare via per cercare una possibilità per costruire il loro futuro”.
Un obiettivo ambizioso, non c’è dubbio. La consapevolezza di poter diventare un punto di riferimento per l’intero Sannio, uno spirito che lo ha portato a girare per esprimere la sua idea della politica che sarà. Un percorso che si è chiuso in serata nella Valle Caudina, non a caso. Montesarchio, poi Sant’Agata e infine la sua Bucciano, cittadina di cui è sindaco. Parola al coordinatore locale Michele Iannotta e a Mario Ascierto Della Ratta. Poi Matera ha chiuso in bellezza in una Piazza Trieste gremita e piena di entusiasmo. Tanti i temi trattati, soprattutto quelli che toccano maggiormente il territorio. La sanità, in primis, col grande obiettivo puntato su De Luca.
“Il Sannio è al tracollo, si. Anche dal punto di vista della Sanità. E’ fuori di dubbio come la questione della Sanità nel Sannio, in particolare, sia drammatica.
Penso ai servizi molto labili che vi sono nel Fortore, terra carente dal punto di vista dei collegamenti e comunque distante dal Capoluogo che pretenderebbe prestazioni in grado di rendere il territorio meno Benevento-dipendente. E poi vi è il vero e proprio dramma del Sant’Alfonso di Sant’Agata de’ Goti. Un ospedale mai decollato, costantemente depauperato di servizi. Del decreto 41 del 2019, che fu strombazzato come grande successo dal Governatore De Luca, non è stato realizzato nulla. Come nulla è stato fatto durante il mandato del Direttore generale Ferrante. Un ospedale che, nonostante la professionalità dei medici e degli operatori vari, si sta letteralmente spegnendo, oggetto di costanti scippi. Dei quattro posti in Cardiologia previsti dal Decreto 41, non ne risulta neppure uno attivato; Chirurgia generale, Ortopedia e Traumatologia, Riabilitazione e Medicina generale, rispetto a complessivi 58 posti letto previsti dal Decreto 41, vedono appena qualche decina di pazienti ricoverati con i reparti tristemente accorpati in metà piano. Anestesia e Rianimazione è stata chiusa, Oncologia ha zero letti rispetto ai sei previsti, Lungodegenza zero rispetto ai 24 previsti. Il Pronto Soccorso è di fatto disattivato. In buona sostanza, il Decreto 41 è un decreto fantasma”.
E il problema, secondo Matera, non è legato al denaro, ma ad altro.
“Non è questione di budget, è mancanza di volontà politica, è disinteresse per l’entroterra”.
Altro capitolo, i collegamenti. Il Sannio ha grande difficoltà nell’unione tra centri. Strade lunghe e tortuose, dissestate. Disagi, insomma.
“Infrastrutture nei collegamenti carenti sono una zavorra allo sviluppo del territorio. Infrastrutture moderne, efficienti sono il perno attorno a cui ruota tutto il resto: aziende, quotidianità di lavoratori e studenti, turismo. Lavorare su questo aspetto è assolutamente prioritario ed il nostro preciso impegno dovrà anche andare nella direzione di consentire spostamenti da e verso l’entroterra che siano efficienti e quanto più rapidi. Abbiamo incompiute viarie che si trascinano da troppi anni: penso alla Paolisi-Pianodardine, al tratto santagatese della Fondovalle Isclero, alla Fondovalle Vitulanese. Penso alla inadeguatezza di importanti arterie, come la Statale Appia, ormai satura di mezzi: inconcepibile che possa essere l’unico (o quasi) collegamento su gomma tra Caserta e Benevento. Penso ad eterne promesse, come il sempre paventato raddoppio della Benevento-Caianello; alla necessità di scelte coraggiose, come quella di pianificare davvero il progetto di una Caserta-Benevento. Penso alla ferrovia Valle Caudina Benevento-Napoli. Sto, al riguardo, registrando le legittime preoccupazioni dei pendolari alla luce delle notizie secondo le quali la tratta non sarà riattivata prima di un anno e mezzo. Chiediamo ad Eav di indicarci tempi certi per il ripristino dei viaggi ed auspichiamo che tali tempi siano assolutamente stretti, perchè ogni giorno senza collegamenti su ferro è un giorno in più di notevoli disagi per la nostra utenza. Non vorremmo che la ferrovia Valle Caudina si trasformasse in una novella Sicignano-Lagonegro”.
Si è chiuso un lungo cammino per Matera, si è chiuso con l’abbraccio della sua gente. L’uomo legato al territorio, l’uomo legato al Sannio e alla sua gente, è pronto per portare questi valori lì dove conta.