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Giorgia Meloni ha “una posizione pericolosa sulla vaccinazione, sostenendo che ognuno possa fare come vuole. Se avessimo seguito questa linea in Campania ci sarebbero stati migliaia di morti, una posizione di irresponsabilità totale”.

Così il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, nella sua diretta social del venerdì. Per l’esponente dem la leader FdI mostra “uno sdoppiamento di personalità e comunicazione. Spot e manifesti rassicuranti, immagine alla Marilyn Monroe, nei territori aggressività e falsificazione di dati, sembra la sora Cecioni di Franca Valeri. Ho conosciuto tanti esponenti della destra storica, come l’ex presidente della Regione Antonio Rastrelli che era un galantuomo. Invece quello che ha detto Meloni sulla sanità campana è vergognoso”. Altra accusa di De Luca, quella sul presidenzialismo: “Propone di riformare lo Stato da sola. Le istituzioni andrebbero sì cambiate in profondità, ma non si possono affrontare questi temi facendo demagogia. Almeno di recente è uscita al naturale, con il suo volto vero: consiglierei ai cittadini di fare attenzione, in Italia abbiamo infatuazioni ogni tanto per qualcuno, poi dopo qualche mese si sgonfiano i palloncini”.

Poi nel mirino finisce Calenda: “Non ha voluto fare una coalizione credibile perché c’era Fratoianni, prima aveva detto di no ai Cinquestelle, ora ipotizza un governo di unità nazionale dove ci sarebbero tutti“. In definitiva, per il governatore si chiude “la campagna elettorale più sgangherata che io abbia visto. Una legge elettorale demenziale che obbliga a coalizioni più o meno coerenti. Demenziale anche la riduzione dei parlamentari avvenuta in un clima di totale demagogia. Il risultato è che nove volte su 10 oggi nei collegi i cittadini non conoscono affatto i candidati”.

Il reddito di cittadinanza ha visto “buttare via centinaia di milioni, tolti a chi è povero davvero, per fare una grande operazione di clientela politica” – ancora De Luca che accusa Giuseppe Conte di “trasformismo e truffa politico-mediatica“.

“I 5s – argomenta – hanno governato per tutta la legislatura. Ora chi ha fatto il presidente del Consiglio per tre anni gira l’Italia come uno capitato qui all’improvviso, non come chi aveva il gruppo parlamentare più numeroso. Parla dell’agenda sociale come un martire, ma fino a tre mesi fa ha votato tutti i provvedimenti di Draghi. L’Italia ha la memoria corta, altrimenti a Conte si doveva chiedere conto di quattro anni di governo“.

Per De Luca, il Pd ha sbagliato “a non chiarire bene cosa fosse successo con il reddito di cittadinanza. Presentato come misura per avviare al lavoro, ora lo descrivono come mezzo di contrasto alla povertà. Con Gentiloni esisteva già un aiuto ai veri poveri, il reddito di inclusione: andava potenziato dopo il covid ma c’era. Regalare uno stipendio a chi non ha voglia di lavorare è tutt’altra cosa“.

Secondo il governatore il reddito di cittadinanza “è clientela politica di massa. Nel 2021 in Italia ci sono state, solo con i controlli a campione, 107mila revoche, di cui 18mila in Campania. Ma i soldi percepiti indebitamente non torneranno mai più, centinaia di milioni buttati che vengono sottratti a chi è povero davvero, visti i limiti del bilancio pubblico“. Secondo De Luca è stato “irresponsabile mettere insieme i poveri veri e quelli finti, togliere le possibilità di controllo ai Comuni come avveniva con il reddito di inclusione. E l’esponente del M5s secondo il quale i navigator hanno procurato lavoro a 300mila persone andrebbe arrestato per delinquenza politica. Andate su sito dell’Anpal: nemmeno una registrazione di chi sia andato a lavorare grazie ai navigator. Solo truffe mediatiche”.