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NAPOLI – San Gennaro oggi ha fatto non uno, ma tre miracoli. Il primo, quello classico, alle 9:26 della mattina in Duomo sciogliendo il sangue nell’ampolla. Il secondo, in mattinata, quando sul pulpito di una chiesa del Vomero, San Giovanni dei Fiorentini, il parroco don Lello ha chiamato sul pulpito due politici, a detta di qualche credente, per far loro campagna elettorale: sono stati ‘consacrati’ Francesco Borrelli e Pecoraro Scanio di Europa Verde.
 
Il terzo miracolo, infine, c’è stato passate le 20, alla Stazione Marittima, quando San Gennaro ha messo assieme Vincenzo De Luca ed Enrico Letta.
 
In realtà, un prologo già si era registrato la scorsa settimana a Taranto, dove i due si sono ritrovati a firmare il Manifesto per il Sud assieme al Governatore pugliese Michele Emiliano. Ma tant’è: il terzo miracolo di giornata si compirà davvero se riuscisse a sciogliere l’idea dell’autonomia differenziata proposta dalla Lega e dai suoi governatori del Nord, Luca Zaia in primis. E comunque già prenota un posto nella storia perché tra il Governatore e il segretario del Pd non correva buon sangue da quasi un decennio, da quando Letta premier umiliò l’attuale Governatore, all’epoca sindaco di Salerno, costringendolo alle dimissioni da sottosegretario senza delega del suo governo.
 
Da allora, tanta acqua è passata sotto i ponti. E tanto sangue si è sciolto. Nella sala congressi della stazione marittima, stracolma di deluchiani più che di semplici dem, è una pagina che a nessuno gli è potuta venire in mente.
 
Tanto più che Letta, appena sbarcato da Berlino, è accolto, oltre che dal segretario cittadino Marco Sarracino, da Piero De Luca, figlio di Vincenzo e candidato.
 
E quindi: il copione vuole il Vincenzo De Luca show.
 
E il Governatore, prendendo di mira Giuseppe Conte e Carlo Calenda oltre che il centrodestra, non delude. Dal campo largo al referendum che ha diminuito i parlamenti, “siamo stati troppo generosi coi 5 Stelle”. “Calenda? E’ l’unico in Italia a credere che dal 26 settembre Renzi lo lascerà avanti a lui”.
 
Attacchi anche sul versante del Reddito di Cittadinanza: “Vogliamo aiutare chi ha bisogno, ma non vogliamo coltivare parassiti”.  
 
E il Governatore si toglie anche lo sfizio di levarsi qualche sassolino che aveva nelle scarpe dalla nascita del Conte 2: “Prima di fare un governo con loro, bisognava chiarire coi 5 Stelle che posizione avevano sui vaccini, sulle politiche energetiche, sulle infrastrutture…”.
 
In questo modo, il Governatore demolisce tutta la linea politica che Letta ha tenuto fino al 20 luglio scorso, fino alla rottura sul governo Draghi: quella che tentava in qualche modo di domare i 5 Stelle. Ma la forza del miracolo di San Gennaro fa fare al segretario buon viso a cattiva sorte.
 
Letta, almeno stasera, pensa solo alla possibile remuntada: “In Campania tutti i collegi sono diventati contendibili. Per questo, in questo finale di campagna elettorale, abbiamo deciso di concentrarci sul Sud. E sulla Campania, dove governiamo bene e, quindi, abbiamo ancora più argomenti per convincere gli elettori a sceglierci”
 
Il rapporto con De Luca va, quindi, come nessuno avrebbe mai immaginato. A domanda specifica, Letta la mette così: “Mai come ora nel nostro partito c’è una unità d’intenti straordinaria, innanzitutto proprio con i nostri 5 governatori. Rappresentano per me un punto di riferimento per il tipo di campagna elettorale che stiamo facendo: tutti loro, quando hanno iniziato a battersi per le urne, erano dati per sfavoriti…”.