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NAPOLI – Senza numero legale al momento del voto, l’affidamento da parte del Comune ad una società specializzata nel recupero crediti del servizio riscossione tasse è rimandato.

In aula, infatti, erano presenti nel momento della verità solo 20 consiglieri su 41.
 
Salta, quindi, il cronoprogramma che l’amministrazione Manfredi con l’assessore al bilancio Pier Paolo Baretta aveva messo in agenda per mantenere gli impegni assunti con il Patto per Napoli.
 
A fronte del miliardo e 231 milioni di euro che il Governo centrale si è impegnato a trasferire alla città da qui al 2043 visto il passivo record di 5 miliardi in cui l’ha lasciato l’amministrazione de Magistris, Palazzo San Giacomo si è impegnato a creare una macchina amministrativa più efficiente visto che ad oggi riesce a incassare solo il 27% tra tasse e multe e, in attesa delle nuove assunzioni derivanti dal concorsone, ha pensato di esternalizzare il servizio.
 
Ma oggi, la mega maggioranza del sindaco Gaetano Manfredi  (compreso il sindaco, ha 29 voti a disposizione su 41) ha dovuto subire un inaspettato stop.
 
Tra i consiglieri comunali che al momento del voto sono risultati assenti, Sergio D’Angelo (Napoli Solidale) e Flavia Sorrentino dei 5 Stelle.
 
Il consiglio comunale, poco prima e grazie ad una inversione dell’ordine del giorno chiesta proprio da D’Angelo, era è riuscito ad approvare a maggioranza (con l’astensione di Toti Lange e Rosario Palumbo e il voto contrario del centrodestra), gli ultimi tre bilanci dell’acquedotto, l’azienda speciale ABC (Acqua Bene Comune) che lo stesso D’Angelo ha guidato fino allo scorso anno come amministratore. 
 
Sta di fatto che, tornando al Patto per Napoli, proprio stamattina, ha avuto modo di tornarci il sindaco Manfredi.
 
Dopo le rassicurazioni arrivate ieri dal leader della Lega Matteo Salvini (“il Patto non si tocca”), il primo cittadino ha dichiarato:
 
“Sono stato sempre rassicurato su questo tema, non ho mai immaginato che un governo di qualsiasi orientamento politico possa mettere in discussione una norma che è servita per aiutare tante città metropolitane, non solo Napoli. Anzi, dobbiamo pensare a come migliorare il Patto, sia in termini normativi che rispetto alla individuazione di altre risorse finanziarie”.